L'équipe che ha effettuato l'intervento al Mazzini

TERAMO

Massa infetta di 6 cm aspirata dal cuore con sistema innovativo / VIDEO

Evitato l'intervento cardiochirurgico tradizionale nell'ospedale Mazzini, il paziente di 56 anni è stato trasferito a L'Aquila dopo tre giorni. La Asl: "E' la prima volta in Abruzzo"

TERAMO. Massa mobile all'interno del cuore asportata con una tecnica definita innovativa dalla Asl nell'ospedale di Teramo.

"L'intervenuto", si legge in una nota dell'azienda sanuitaria, "è avvenuto grazie ad un sistema chiamato “AngioVAC” che ha permesso di aspirare la massa infetta di 6 centimetri di lunghezza che si era formata all’interno dell’atrio destro del cuore di un paziente di 56 anni ricoverato nella Uoc Cardiologia dell’Aquila con una infezione che si estendeva al cuore e ai polmoni e che aveva causato una sepsi (infezione generalizzata a tutto il corpo) e degli ascessi polmonari multipli che avevano perforato il polmone".

VIDEO DELLA ASL

La innovativa procedura di estrazione di una massa infetta dal cuore di un paziente
Il video della Asl di Teramo sull'intervento in Angiovac che ha evitato il ricorso alla tradizionale operazione cardiochirurgica

Il complesso sistema utilizzato è stato inserito dai cardiochirurghi (Francesco Massi) e dai radiologi interventisti (Alessio Gagliardi) attraverso le vene femorali del paziente, sino ad arrivare al cuore sotto guida fluoroscopica, con il supporto ecografico del cardiologo (Luigia Restauri) e dell’anestesista (Massimo Lambo).

"Il presidio", riprende la nota, "è stato attivato e ha aspirato la massa infetta filtrando il sangue e reinfondendolo al paziente mediante una pompa centrifuga senza perdite ematiche". La Asl sottolinea come il sistema sia stato utilizzato per la prima volta in Abruzzo dai cardiochirurghi dell’ospedale Mazzini diretti da Filippo Santarelli, in collaborazione con l’equipe della Radiologia interventistica (diretta da Pietro Filauri) e il supporto dell’Anestesia e rianimazione cardiochirurgica (guidata da Marco Cargoni) e soprattutto grazie all’esperienza dei tecnici della circolazione extracorporea della Uoc di Cardiochirurgia. "Tale procedura ha evitato di sottoporre ad intervento cardiochirurgico tradizionale, un paziente giovane, ma molto debilitato dall’infezione in corso, permettendo al paziente di essere trasferito in condizioni stabili dopo solo tre giorni di ricovero e proseguire le proprie cure all’ospedale dell’Aquila dove è attualmente ricoverato".