Maxi concorso, il pm firma l'archiviazione
La procura: non ci sono irregolarità nei test, sbloccata l'assunzione dei vincitori
TERAMO. Nessuna irregolarità: la procura chiede l'archiviazione dell'inchiesta sul maxi concorsone in Comune. A quattro mesi dall'avvio delle indagini, il pm Davide Rosati ha firmato la richiesta: ora l'ultima parola spetta al gip. L'archiviazione, una volta accolta, potrebbe riaprire le porte dell'assunzione ai tre vincitori visto che l'assessore al personale Mirella Marchese nei giorni scorsi aveva dichiarato: «Solo quando si deciderà di archiviare l'inchiesta allora procederemo con le assunzioni dei tre impiegati che sono tutti e tre esterni (Marco Ceritano, Lorenzo Paolini, Stefania Mangifesta (ndr)». Secondo la procura, dunque, le indagini non avrebbero fatto emergere situazioni di irregolarità.
L'inchiesta per abuso d'ufficio, senza indagati, era stata aperta a seguito di un esposto dei sindacati che contestano la composizione della commissione giudicatrice, ma soprattutto dopo un episodio che resta ancora tutto da chiarire e accertare. Dopo la prova scritta e prima della prova orale un dipendente della Provincia ha ricevuto, sulla propria casella di posta elettronica, una email contenente alcuni stralci di un manuale di diritto amministrativo: si trattava, in particolare, di riferimenti normativi legati alle tracce della prova scritta prevista proprio nella procedura concorsuale.
Lo stesso sindaco Maurizio Brucchi e il suo vice Alfonso Di Sabatino Martina, venuti a conoscenza dell'esistenza di questa email, si erano presentati dal sostituto procuratore per denunciare l'accaduto. Successivamente era scattata l'inchiesta giudiziaria e il pm aveva disposto il sequestro degli atti per fare chiarezza sulla validità delle prove scritte e per accertare l'eventuale fuga di tracce prima della prova. Nei mesi scorsi i carabinieri del reparto operativo, guidati dal capitano Nazario Giuliani (sempre su delega del pm) più volte si sono presentati in municipio per sequestrare tutti gli atti e in particolare le prove scritte dei 47 partecipanti alla selezione indetta per la copertura dei tre posti.
Un concorso in cui inizialmente avevano partecipato in novecento, un numero sensibilmente ridotto dopo le prove preselettive che si sono svolte. Dopo il sequestro degli atti in municipio, tutti i concorrenti in corsa per un posto da istruttore amministrativo di categoria C sono stati ascoltati dai carabinieri come persone informate sui fatti. A loro i militari hanno chiesto se conoscessero già quelle che poi sono diventate le tracce delle prove scritte e se hanno notato qualcosa di sospetto durante lo svolgimento.
Le loro risposte sono finite in un rapporto consegnato al magistrato ma, evidentemente, non hanno fatto emergere elementi tali per poter presupporre l'esistenza di reati penali. I carabinieri hanno ascoltato, sempre come persone informate sui fatti, anche i componenti della commissione giudicatrice. Oltre all'inchiesta della procura, sul concorsone dei veleni era stata aperta anche un'inchiesta amministrativa interna.
L'inchiesta per abuso d'ufficio, senza indagati, era stata aperta a seguito di un esposto dei sindacati che contestano la composizione della commissione giudicatrice, ma soprattutto dopo un episodio che resta ancora tutto da chiarire e accertare. Dopo la prova scritta e prima della prova orale un dipendente della Provincia ha ricevuto, sulla propria casella di posta elettronica, una email contenente alcuni stralci di un manuale di diritto amministrativo: si trattava, in particolare, di riferimenti normativi legati alle tracce della prova scritta prevista proprio nella procedura concorsuale.
Lo stesso sindaco Maurizio Brucchi e il suo vice Alfonso Di Sabatino Martina, venuti a conoscenza dell'esistenza di questa email, si erano presentati dal sostituto procuratore per denunciare l'accaduto. Successivamente era scattata l'inchiesta giudiziaria e il pm aveva disposto il sequestro degli atti per fare chiarezza sulla validità delle prove scritte e per accertare l'eventuale fuga di tracce prima della prova. Nei mesi scorsi i carabinieri del reparto operativo, guidati dal capitano Nazario Giuliani (sempre su delega del pm) più volte si sono presentati in municipio per sequestrare tutti gli atti e in particolare le prove scritte dei 47 partecipanti alla selezione indetta per la copertura dei tre posti.
Un concorso in cui inizialmente avevano partecipato in novecento, un numero sensibilmente ridotto dopo le prove preselettive che si sono svolte. Dopo il sequestro degli atti in municipio, tutti i concorrenti in corsa per un posto da istruttore amministrativo di categoria C sono stati ascoltati dai carabinieri come persone informate sui fatti. A loro i militari hanno chiesto se conoscessero già quelle che poi sono diventate le tracce delle prove scritte e se hanno notato qualcosa di sospetto durante lo svolgimento.
Le loro risposte sono finite in un rapporto consegnato al magistrato ma, evidentemente, non hanno fatto emergere elementi tali per poter presupporre l'esistenza di reati penali. I carabinieri hanno ascoltato, sempre come persone informate sui fatti, anche i componenti della commissione giudicatrice. Oltre all'inchiesta della procura, sul concorsone dei veleni era stata aperta anche un'inchiesta amministrativa interna.
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