Medico abusivo al Mazzini, primario sospeso per 15 giorni
Medico-fantasma: la Asl sceglie la linea morbida. Scontro finale Varrassi-Ambrosj: il direttore amministrativo se ne va
TERAMO. Medico fantasma: sospeso per 15 giorni il primario del reparto di neurologia del Mazzini Antonino Uncini. Il direttore generale Giustino Varrassi ha adottato questo provvedimento disciplinare contro il neurologo, docente universitario a Chieti, nominato primario nel giugno 2012.
Tutto è iniziato il 19 novembre 2012 quando i carabinieri, durante un blitz nel reparto, hanno trovato nell’ambulatorio delle elettromiografie a fare l’esame una dottoressa al posto del nuovo primario, che invece non è stato trovato in reparto.
La dottoressa era una collaboratrice del primario all’università di Chieti - dove Uncini è docente ordinario di neurologia (ora in aspettativa)- che ha eseguito gli esami pur non avendo un contratto con la Asl di Teramo e nemmeno l’autorizzazione dell’azienda a frequentare il reparto, nè tantomeno l’assicurazione per esercitare l’attività. Una vicenda che ha suscitato scalpore, oltre che un forte intervento del tribunale del malato che ha sollecitato la Asl a far rifare i 63 esami che sarebbero stati eseguiti dalla dottoressa nel corso di un paio di mesi. Cosa che è poi avvenuta. L’ipotesi di reato per il primario è truffa e dopo qualche settimana la Asl ha nominato una commissione disciplinare. Non si conoscono i verbali della commissione, pare che siano state prese in considerazione diverse sanzioni - dalla più grave, il licenziamento, a quella più lieve, i 15 giorni di sospensione - ma alla fine Varrassi, con una delibera del 9 aprile, ha deciso che Uncini - indagato nell’ambito dell’inchiesta della procura - dal 12 al 26 aprile è «sospeso con privazione della retribuzione».
La Asl ha scelto dunque la linea più morbida, anche se, si legge nella delibera, «il procedimento disciplinare è riaperto, altresì, se dalla sentenza irrevocabile di condanna risulta che il fatto addebitabile al dipendente in sede disciplinare comporta la sanzione del licenziamento, mentre ne è stata applicata una diversa». E in effetti il contratto di lavoro per la truffa prevede il licenziamento.
Direttore amministrativo. Pare proprio che l’esperienza di Lucio Ambrosj come direttore amministrativo della Asl sia agli sgoccioli. Ambrosj pare molto vicino a lasciare l’incarico. Tutto deriverebbe da rapporti particolarmente tesi con Varrassi, con cui sin dall’inizio ci sono stati momenti di attrito. Molti ricordano uno scontro di qualche mese fa durante il consiglio dei sanitari, ad esempio. Ma pare che l’apice sia stato raggiunto venerdì scorso, quando c’è stato uno scontro verbale particolarmente acceso. Da qui la decisione di Ambrosj di dimettersi. Inutile la mediazione del senatore Paolo Tancredi - è stato interessato della vicenda anche il governatore Gianni Chiodi - che ha cercato di comporre la frattura fra i due. Ambrosj dovrebbe tornare a ricoprire il ruolo di direttore dell’unità operativa complessa di ragioneria della Asl, ma allo stato dei fatti pare più probabile che si metta in aspettativa per qualche mese.
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