Melania, il mistero delle perline
Scoperte nelle scarpe della donna, ma non sono delle sue calzature
TERAMO. Melania, il mistero delle perline. Sono quelle trovate nelle scarpe che la donna indossava quando è stata uccisa nel bosco di Ripe. Inizialmente gli investigatori hanno pensato che si fossero staccate dalle calzature durante la colluttazione con l'assassino, ma le analisi del Ris hanno escluso che appartengano a quelle scarpe. E sono proprio i carabinieri del raggruppamenti investigazioni scientifiche a scrivere nelle carte «l'ipotesi che la perlina possa essere un elemento decorativo dell'abbigliamento di qualcuno legato al fatto delittuoso potrebbe essere valida».
Naturalmente aggiungendo anche che «potrebbe essere un elemento decorativo dell'abbigliamento di una delle tante persone presenti sul luogo del crimine dopo la scoperta del corpo». Le due perline, per l'esattezza una perlina trasparente e un brillantino giallo di forme diverse, sono state trovate nelle due buste di sicurezza in cui sono state messe le scarpe della donna subito dopo la scoperta del fatto. In entrambi i casi, inizialmente, quando i reperti sono arrivati a Roma per essere analizzati si è pensato che fossero appartenenti alle scarpe. Ma le indagini lo hanno escluso. Sulle calzature, infatti, ci sono solo brillantini argentati opachi di due dimensioni differenti. Quelli trovati nelle scarpe sono diversi. Secondo i Ris è improbabile che siano rimasti incastrati tra i solchi della suola perchè entrambi sono puliti e non sporchi di terriccio.
E' verosimile, invece, che siano rimasti incastrati nell'allacciatura delle scarpe. Escluse le calzature, i Ris hanno esaminato ogni capo di abbigliamento e monile indossato dalla vittima. Ma anche in questo caso non è emerso nulla che potesse avere quel tipo di perlina e brillantino. A chi appartengono? E' evidente che è impossibile stabilirlo in mancanza di reperti con cui fare un confronto. Intanto tra qualche giorno i pm teramani Davide Rosati e Greta Aloisi avranno la perizia assegnata sul telefonino di Melania, che resta uno degli indizi più importanti. Secondo gli accertamenti del Ros, infatti, il cellulare della donna quel giorno non avrebbe mai agganciato la cella di Colle San Marco, ma solo quella di Ripe. Un dato chiaro che però s'innesca in un contesto tecnologico complesso visto che in quella zona tra Ascoli e Teramo si verifica un fenomeno di sovraccarico delle celle telefoniche che non consente una esatta localizzazione degli apparecchi.
Naturalmente aggiungendo anche che «potrebbe essere un elemento decorativo dell'abbigliamento di una delle tante persone presenti sul luogo del crimine dopo la scoperta del corpo». Le due perline, per l'esattezza una perlina trasparente e un brillantino giallo di forme diverse, sono state trovate nelle due buste di sicurezza in cui sono state messe le scarpe della donna subito dopo la scoperta del fatto. In entrambi i casi, inizialmente, quando i reperti sono arrivati a Roma per essere analizzati si è pensato che fossero appartenenti alle scarpe. Ma le indagini lo hanno escluso. Sulle calzature, infatti, ci sono solo brillantini argentati opachi di due dimensioni differenti. Quelli trovati nelle scarpe sono diversi. Secondo i Ris è improbabile che siano rimasti incastrati tra i solchi della suola perchè entrambi sono puliti e non sporchi di terriccio.
E' verosimile, invece, che siano rimasti incastrati nell'allacciatura delle scarpe. Escluse le calzature, i Ris hanno esaminato ogni capo di abbigliamento e monile indossato dalla vittima. Ma anche in questo caso non è emerso nulla che potesse avere quel tipo di perlina e brillantino. A chi appartengono? E' evidente che è impossibile stabilirlo in mancanza di reperti con cui fare un confronto. Intanto tra qualche giorno i pm teramani Davide Rosati e Greta Aloisi avranno la perizia assegnata sul telefonino di Melania, che resta uno degli indizi più importanti. Secondo gli accertamenti del Ros, infatti, il cellulare della donna quel giorno non avrebbe mai agganciato la cella di Colle San Marco, ma solo quella di Ripe. Un dato chiaro che però s'innesca in un contesto tecnologico complesso visto che in quella zona tra Ascoli e Teramo si verifica un fenomeno di sovraccarico delle celle telefoniche che non consente una esatta localizzazione degli apparecchi.
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