Melania, il test dei 40 baci mette sotto accusa Parolisi

Consegnato al gip l'esperimento sul Dna, il legale della famiglia Rea: è stato lui l’ultimo a vedere Melania. Il 30 nuova udienza, saranno ascoltati i macedoni

TERAMO. Il test dei baci incastra Parolisi. Almeno secondo la parte civile che nei prossimi giorni consegnerà al giudice l’esito dell’esperimento fatto da una genetista con quaranta coppie. Ottanta persone si sono baciate per stabilire proprio i tempi di permanenza del Dna sulle labbra. E secondo questo esperimento il Dna lasciato sulla bocca dopo un bacio si dissolve in pochi attimi.

Il Dna lasciato sulla bocca di Melania (per la procura quello di Parolisi) è uno degli indizi a favore dell’accusa. Ma è anche un elemento chiave dell’inchiesta sull’omicidio di Ripe. A tal punto che lo stesso giudice Marina Tommolini — davanti al quale è in corso il processo al marito Salvatore Parolisi — lo ha inserito tra i quesiti all’esame dei suoi consulenti.

L’obiettivo della parte civile rappresentata dall’avvocato Mauro Gionni (che ha affidato il test alla genetista Marina Baldi) è quello di dimostrare che l’ultima persona che Melania ha visto è stato il marito, il caporal maggiore Parolisi. La perizia medico legale, infatti, sostiene che sulle labbra e sulle gengive della donna è stato trovato il Dna del marito. Secondo il medico legale Adriano Tagliabracci sono tracce lasciate poco prima della morte e lì rimaste per sempre perchè il movimento della lingua e la saliva non potevano più cancellarle. Per l’accusa sono la prova che Parolisi era con la moglie nel bosco di Ripe.

Una tesi confutata dai periti dalla difesa secondo cui ci sono diverse interpretazioni scientifiche dei tempi di permanenza del Dna in bocca. Intanto Parolisi — unico imputato per l’omicidio della moglie uccisa con 35 coltellate nel bosco di Ripe — si prepara ad affrontare le nuove tappe che scandiscono il processo con il rito abbreviato.

Venerdì mattina iniziano le operazioni per la super perizia affidata dal giudice per fare chiarezza sull’ora della morte. Con i consulenti del gip ci saranno quelli dell’accusa, della difesa e della parte civile. Il 30 maggio nuova udienza davanti al giudice: saranno ascoltati i tre macedoni che il giorno della scomparsa di Melania lavoravano in un cantiere di Colle San Marco: il test del Dna ha escluso una loro presenza a Ripe.

Sull’altro fronte giudiziario il caporal maggiore si appresta a ricorrere alla Cassazione per riavere la figlia dopo che la Corte d’Appello di Napoli gli ha sospeso la potestà genitoriale fino alla fine del processo. Solo all’esito potrà sapere se continuare ad essere padre di una bimba che non vede da luglio.

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