Melania, Parolisi in aula: si decide sul rito abbreviato
Nell'inchiesta spunta una giornalista intercettata: da Ilaria Mura pressioni sull'amante per aiutare Salvatore
TERAMO. Alla vigilia dell'udienza in cui si dovrà decidere se accordare o no il abbreviato per Salvatore Parolisi, l'inchiesta sul delitto di Melania Rea svela il caso della giornalista intercettata. Il telefono di Ilaria Mura, inviata del programma "Quarto grado" di Retequattro, è stato messo sotto intercettazione per oltre 4 mesi da parte dei magistrati che hanno indagato sull'omicidio di Melania Rea. Un periodo nel quale i rapporti della giornalista con l'amante di Parolisi, diventati nel tempo stretti, sono stati passati sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori.
Investigatori che parlano di «pressioni» nei confronti della giovane. È quanto emerge dai 10 faldoni delle carte sull'indagine che domani approderà dinanzi al gip Marina Tommolini per la decisione sulla richiesta di giudizio abbreviato nei confronti di Salvatore Parolisi, accusato di aver ucciso la moglie con 35 coltellate. La Mura non è stata mai indagata, non sono emersi rilievi penali dalle conversazioni, ma legami, inizialmente dettati da esigenze e fini professionali a cui si sono sovrapposti interessi personali che, secondo le carte, sono andati oltre la sfera professionale e deontologica.
La relazione dei carabinieri del nucleo operativo di Ascoli Piceno ha aperto uno spaccato sulla concorrenza tra testate e la corsa alla scoop in questa vicenda giudiziaria. Secondo quanto riportato dall'Ansa, sarebbero numerosi i rilievi emersi su Mura: dall'aver presentato Parolisi agli avvocati Biscotti e Gentile, al prendere contatti con Ludovica affinché «si calmasse e non tormentasse più Salvatore evitando di aggravarne la posizione di sospettato», al far credere di aver ricevuto via e-mail dallo stesso Parolisi una missiva di dichiarazione d'innocenza, letta pubblicamente il giorno dell'arresto del caporale dal marito della giornalista, Antonio Delitala (scomparso dopo qualche mese), «quando invece ne era stato lui stesso l'autore».
I carabinieri riferiscono di pressioni esercitate nei confronti dell'amante dell'indagato, affinché «si adoperi a smentire e ad affievolire le numerose bugie dette da Salvatore», o sui familiari di quest'ultimo, «ai quali viene impedito di rilasciare interviste ad altre testate giornalistiche» o sulla famiglia di Melania «con cui cercano di riallacciare rapporti, al fine di farli desistere dal richiedere l'affidamento della figlia».
Ampio spazio c'è anche per il rapporto intessuto con i difensori dell'indagato, «sollecitati a farsi scrivere qualche lettera dal carcere con le sue emozioni». E della lite con i fratelli di Salvatore all'indomani di un'intervista rilasciata alla trasmissione "La Vita in diretta" dalla mamma di Parolisi. Ma la pace torna anche perché c'è l'interessamento da parte di uno dei due giornalisti «con un amico imprenditore di Arzignano per far assumere nella sua fabbrica il cognato disoccupato di Francesca». E i carabinieri sottolineano al pm che «forse è la conseguenza di una richiesta fatta da Parolisi ai giornalisti per concedere ogni esclusiva».