Mensa: primo pranzo a D’Amico e Gatti
Aperta la nuova struttura e presentato il polo agro-bio-veterinario. Il grazie a Legnini e Chiodi per 5 milioni da investire
TERAMO. Ci si ritrova, con qualche capello bianco in più, a visitare l’ospedale veterinario ormai ultimato, la cui prima pietra venne posata il 13 febbraio del 2008. Ieri alla presentazione del piano straordinario di completamento del polo agro-bio-veterinario c’era, come allora, Gianni Chiodi, non più sindaco ma governatore. E, in continuità con il passato, il rettore Luciano D’Amico affiancato dal rettore emerito Mauro Mattioli che posò la prima pietra della struttura di Piano d’Accio. Ospedale le cui sale entreranno in funzione in primavera, quando tutta l’attività sarà trasferita dall’attuale sede nell’ex Motorizzazione civile.
I cinque milioni. Ma la cerimonia di ieri, a cui hanno partecipato tutti i vertici dell’università, il corpo docente, gli studenti di Veterinaria, è stato anche il momento per annunciare un ulteriore salto di qualità della facoltà. E questo grazie a una stretta sinergia fra l’operato del governatore Chiodi e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanni Legnini, che hanno reso possibile l’arrivo di 5 milioni di fondi Fas da destinare all’acquisto di attrezzature.
«Un investimento di assoluta rilevanza, in controtendenza rispetto ai tagli alla ricerca», ha osservato D’Amico, «che ci consentirà di avere attrezzature uniche nel Centro Italia e quindi di guardare con fiducia al futuro». La questione non è secondaria: Barbara Barbani (docente delegato alla ricerca) ha spiegato che questa è una scelta strategica perchè ha trasformato un progetto edilizio in scientifico. Con le nuove strumentazioni avremo una posizione di vantaggio nel panorama nazionale. Nella ricerca internazionale la competizione si vince se siamo in grado di acquisire tecnologie innovative».
Ecco, il nodo è tutto qui. I cinque milioni saranno utilizzati, ad esempio per acquistare una risonanza magnetica, ma anche per dotarsi di un rarissimo (almeno nell’Italia centrale), centro trasfusionale o, ancora, per creare un centro di riabilitazione per animali (l’unico in Abruzzo e Molise). Ma anche per fare ricerche - ad esempio nella facoltà di bioscienze e tecnologie agroalimentari - sul recupero della biodiversità o su nuove tecnologie per innalzare le qualità nutrizionali. O per sviluppare strumenti per la bioconservazione degli alimenti.
Si tratta di tasselli indispensabili per far crescere quel polo agro-bio-veterinario che unito all’istituto zooprofilattico “Caporale”, al polo di innovazione “Agire”, al distretto agroalimentare e all’istituto tecnico superiore agroalimentare «possono rappresentare un sistema integrato, un punto di riferimento in tutta l’area mediterranea, in grado di produrre ricerca scientifica, trasferimento tecnologico e alta formazione», ha dichiarato D’Amico. E’ questo l’obiettivo fondamentale in base al quale si deve costruire lo sviluppo dell’intera provincia, su cui hanno convenuto sia Chiodi che Legnini.
Il bilancio. Il rettore ha colto l’occasione per fare un bilancio a quasi un anno dalla sua elezione. «Un anno fa eravamo senza rettore e direttore amministrativo. Scoprimmo anche, con il professor Marsilio, che lo statuto era stato appena inviato, quindi eravamo senza statuto. Di lì a poco abbiamo avuto il punto più basso di iscrizioni. Abbiamo corso il rischio - lo posso dire ora che è scongiurato - di essere commissariati. Non potevamo firmare la liquidazione degli stipendi di novembre, ci riuscimmo grazie a Mauro Mattioli che assunse il ruolo di direttore generale. Un po’ alla volta siamo usciti dall’emergenza». Il rettore parla anche della riduzione delle sedi, da 10 a cinque, «per liberare risorse: a gennaio chiuderemo quelle di Chiareto e Cartecchio».
L’obiettivo è che l’università di Teramo diventi «attore di primo piano nello sviluppo». Un’inversione di rotta che «ha contribuito a creare un clima di fiducia sia all’interno che all’esterno. Non a caso quest’anno abbiamo avuto un aumento del 23% nelle iscrizioni, in un contesto in cui c’è una riduzione rilevante», precisa D’Amico.
La mensa. Il rettore sottolinea che a venire in supporto dell’università non sono stati solo Chiodi e Legnini che hanno velocizzato i tempi i per varare il programma di investimento l’ultimo giorno utile e quindi ottenere i 5 milioni. Protagonista della seconda fase della mattinata, con l’inaugurazione della mensa di Veterinaria, è stato infatti l’assessore regionale per il diritto allo studio Paolo Gatti. «Verso cui nutro profonda gratitudine», ha osservato il rettore, «anche perchè attraverso un’azione di recupero di fondi sociali non spesi ha trovato 2 milioni e mezzo da destinare ai dottorati di ricerca delle università abruzzesi. Se oggi possiamo avere 88 posti, a fronte dei 22 dello scorso anno, lo dobbiamo - oltre che ad altri attori fra cui Zooprofilattico e aziende impegnate nella ricerca - alla Regione». Gatti nel suo intervento - asciutto come al solito - ha ribadito che quella di riunire in un unico territorio polo agro-bio-veterinario, Its alimentare, polo di innovazione e Zooprofilattico «è una strategia. Non un pensiero casuale, ma un pensiero lungo, che ora deve camminare sulle vostre gambe». E poi ha inaugurato la mensa, da 72 posti, per ora aperta a pranzo e affidata alla Pap. E, insieme al rettore, ha consumato il primo pasto servito nell’ampia sala al pianterreno: lasagne e spezzatino. Prossimo appuntamento il 7 gennaio, quando sarà inaugurata la mensa all’interno delle facoltà di Coste Sant’Agostino.
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