Metalmeccanici senza un euro da 5 mesi

Picchetto Fiom davanti alla prefettura: in centinaia attendono la cassa integrazione. Scoppia il caso di Barnabei e Scm

TERAMO. Decine e decine di lavoratori senza soldi da luglio. Sono gli operai delle piccole aziende metalmeccaniche, che ieri mattina hanno manifestato davanti alla prefettura. Il presidio è stato deciso in un’assemblea dei delegati della Fiom Cgil. «C'è un ricorso notevole alla cassa integrazione in deroga, soprattutto nel settore installazione impianti. Ma l'ultima erogazione della Cig in deroga risale ad agosto 2013», esordisce Giampiero Dozzi, segretario della Fiom, «ora sembrerebbe, ma ancora non è ufficiale, che dai residui di bilancio il Cicas potrebbe sbloccare due mensilità arretrate del 2013. Inoltre sono state autorizzate 13 settimane del 2104. Però nel 2014 di fronte a un fabbisogno di un miliardo e mezzo, la legge di stabilità ne ha coperta solo una parte. Questa situazione sta esponendo lavoratori e imprese a una situazione insostenibile». Ci sono infatti centinaia di lavoratori - solo la Cgil segue sessanta piccole aziende del settore metalmeccanico - che non percepiscono l’indennità ormai da cinque mesi.

«Oltre a chiedere un intervento urgente e un’assunzione di responsabilità della Regione, chiediamo il rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga», incalza Dozzi, «ma più in generale bisogna rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali: c'è bisogno di una riforma vera che preveda l’estensione di cassa integrazione e del contratto di solidarietà a tutti i lavoratori, anche a quelli delle piccole imprese. Servirà anche una sana discussione sul reddito di cittadinanza, perchè questa crisi non si risolverà rapidamente. E i disoccupati non avranno sostegni economici, è un dramma sociale».

I lavoratori non hanno incontrato il prefetto Valter Crudo, il quale comunque è a conoscenza della situazione che gli è stata rappresentata nella comunicazione con cui gli è stata annunciata l'iniziativa.

Ma ieri mattina al picchetto in largo San Matteo si sono aggiunti i lavoratori di due aziende teramane chiuse, che per alterne vicende da mesi non riescono a percepire gli ammortizzatori sociali. Sono quelli della Alfiero Barnabei, ditta di Sant'Atto in fallimento che produceva mobili per ufficio in metallo. «Sono più di 30, e aspettano l'approvazione della Cigs al ministero da fine luglio del 2013», spiega il segretario della Fiom Cgil, «e poi quelli della Scm, società di costruzioni meccaniche di Castelnuovo Vomano, una ditta che è fallita, ma il curatore ha rifiutato la nomina. C’è bisogno di un intervento immediato per la gestione degli ammortizzatori sociali: per i circa 25 lavoratori dell’impresa che produceva autogru è stata chiesta la cassa integrazione straordinaria, sempre quest'estate, quando c'era il concordato e però è stata ancora approvata. Nel frattempo, il 13 dicembre, però la Scm è fallita e quindi cambia lo scenario: dobbiamo verificare la possibilità concreta di ottenere la Cigs e la mobilità». I sindacalisti, terminata la manifestazioni, sono andati in tribunale per vedere a che punto è la nomina di un nuovo curatore: «pare ci sia ora bisogna vedere se accetta», conclude Dozzi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA