«Mi spiace per i morti, sono innocente»

In aula l’inglese che ha travolto e ucciso due pescatori. Tensione con i parenti delle vittime: «Li hai ammazzati come cani»

TERAMO. In tribunale c’è lui che dice di essere innocente e ci sono gli altri che da sette mesi piangono il padre, il marito, il fratello, il figlio travolti e uccisi dall’auto guidata da un ubriaco. Parole e volti si rincorrono nell’aula dove il 36enne inglese Stephen Collins è imputato per omicidio plurimo colposo aggravato (all’epoca dei fatti non c’era ancora la legge sull’omicidio stradale): per la procura è lui l’uomo ubriaco trovato con una quantità di alcol sei volte superiore al limite consentito che il 19 dicembre scorso alla guida di un’ Audi Q7 travolse la Polo ferma a un semaforo con i pescatori Graziano Battistelli, 52 anni di Tortoreto, e Marco Iampieri, 41 anni di Alba Adriatica. I due stavano andando al lavoro al porto di San Benedetto.

Collins, che resta agli arresti domiciliari, sceglie di fare dichiarazioni spontanee in aula. Dice in inglese (assistito da un interprete che traduce): «Sono molto dispiaciuto per l’incidente e la morte dei due uomini. Sono innocente. Sono qui da sette mesi, mio padre è molto malato. Non ricordo niente di quanto è accaduto». Restano in un composto silenzio i familiari delle vittime, silenzio che si spezza solo quando il legale dell’imputato, a sostegno della richiesta di revoca dei domiciliari, sottolinea lo stato di salute del padre di Collins. E allora che qualcuno si fa sentire: «Per noi un padre non c’è più». Ed è sempre un familiare che, fuori dall’aula, dice guardando Collins uscire: «Li hai uccisi come cani».

Le dichiarazioni spontanee arrivano al termine di una lunga udienza in cui il giudice monocratico Franco Tetto ha ammesso la costituzione di tutte le parti civili (assistiti dagli avvocati Fabrizio Acronzio e Igor Giostra), rigettando le numerose eccezioni preliminari sollevate dalla difesa rappresentata dall’avvocato Massimiliano Dei. A cominciare da quelle riguardanti il giudizio immediato chiesto ed ottenuto dalla pubblica accusa rappresentata dal pm Laura Colica. Secondo la difesa dell’imputato, infatti, non ci sarebbe stata la prova evidente, non sarebbero state fatte indagini alternative e quindi la procura non avrebbe potuto chiedere l’immediato. Eccezione respinta dal tribunale, così come la richiesta di riapertura dei termini per un rito alternativo. Il giudice ha poi respinto la richiesta di revoca dei domiciliari, così come qualche settimana fa hanno fatto i giudici del Riesame dell’Aquila.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti l'uomo, ai domiciliari da fine gennaio in un'abitazione di Ladispoli dopo essere stato arrestato subito dopo l’incidente e aver trascorso quaranta giorni in carcere, quella tragica sera aveva bevuto molto nel locale in cui era stato cena. Tanto da avere nel sangue un tasso alcolemico di sei volte superiore al consentito, così come accertato dagli esami medici fatti in ospedale nell’immediatezza dei fatti. Nonostante ciò, sempre secondo l’accusa della procura, si era messo alla guida dell’Audi Q7 risultata noleggiata qualche giorno prima a Bologna dove l’uomo era arrivato in aereo per poi raggiungere la Val Vibrata dove aveva in programma degli incontri di lavoro nella sua veste di agente di commercio. La sua macchina piombò a tutta velocità sulla Polo nella quale viaggiavano i due marittimi, auto ferma ad un semaforo a Martinsicuro, uccidendoli sul colpo. Collins venne subito arrestato e quando comparve davanti al giudice per la convalida disse di non ricordare nulla di quanto accaduto.

Nel corso delle indagini preliminari il pm ha disposto una consulenza tecnica sulle due auto coinvolte con la formula dell’accertamento tecnico irripetibile nel contraddittorio delle parti per consentire a tutti, a cominciare dall’imputato, la possibilità di nominare un proprio consulente.

Si torna in aula il 5 ottobre con l’audizione dei primi testi della pubblica accusa.

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