NERETO / FEMMINICIDIO
Mihaela, l’assassino è a rischio suicidio: sorvegliato a vista
Cristian Daravainea è rinchiuso nel carcere di Castrogno, a Teramo, per aver accoltellato e ucciso la compagna
TERAMO. È sorvegliato a vista, controllato 24 ore su 24 dagli agenti di polizia penitenziaria per evitare gesti estremi. Cristian Daravainea, 36 anni, rinchiuso nel carcere di Castrogno dopo aver ucciso la compagna Mihaela Roua, 32 anni, è solo in una cella del penitenziario. A dieci giorni dell’omicidio di Nereto, da quelle due coltellate sferrate nella cucina di casa, resta sotto stretta vigilanza particolare proprio in considerazione delle sue condizioni e dopo il tentativo di suicidio prima del fermo. Così è stato disposto dopo ripetuti controlli medici.
L’uomo nel corso dell’udienza di convalida ha nuovamente confessato di aver ucciso. «È come se avessi avuto un blackout che non mi ha fatto capire più nulla» ha detto tra le lacrime. I due si stavano separando, la donna aveva deciso di lasciare il compagno e aveva parlato con un avvocato per capire quali procedure seguire. Poi la violenta lite di mercoledì e le coltellate che hanno lasciato senza mamma una bambina di sei anni.
Intanto il circolo Pd di Nerein una nota fa sapere di aver presentato all’amministrazione comunale la proposta di una targa commemorativa sulla panchina rossa di piazza Cavour, accanto alla chiesa del Suffragio dove martedì si sono svolti i funerali della giovane con la salma poi rientrata in Romania. «L’iniziativa», si legge nella nota, «oltre a voler essere un omaggio alla memoria della vittima, ha lo scopo di preservare la memoria dell’accaduto a monito dell’intera comunità neretese affinché un tale evento non abbia più a ripetersi».
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