Mo.Te, accolto il ricorso: scatta il dissequestro
Il tribunale del Riesame toglie i sigilli a 50mila euro bloccati dalla Procura che si era mossa a seguito di un recente pronunciamento della Cassazione
TERAMO. È una battaglia che si gioca a colpi di ricorsi quella sul Mo.Te, la società per azioni a capitale pubblico che si occupa della gestione rifiuti di cui il Comune di Teramo è azionista di maggioranza e che è al centro di un progetto di fusione con Teramo ambiente
Ieri il tribunale del Riesame (collegio presieduto dalla giudice Claudia Di Valerio) ha accolto l’istanza della difesa (rappresentata dall’avvocato Gennaro Lettieri) e ha disposto il dissequestro della somma di 50mila euro per cui qualche settimana fa erano scattati i sigilli su disposizione della Procura (pm Stefano Giovagnoni) dopo un recente pronunciamento della Cassazione.
Il caso è sempre quello legato all’inchiesta per l’utilizzo di fondi regionali e per cui la settimana scorsa, in primo grado, c’è stata una sentenza di condanna sia per l’ex amministratore Ermanno Ruscitti, indagato per il reato di malversazioni di erogazioni pubbliche, sia per il Mo. Te, a cui è stata contestata la responsabilità amministrativa degli enti. Al termine di un rito abbreviato Ruscitti è stato condannato a due mesi e venti giorni per e il Mote al pagamento di 100 quote del valore di cento euro l’una. Nella sentenza, inoltre, il giudice, ha disposto la confisca dei beni sequestrati in due occasioni sia a a Ruscitti sia al Mo.Te. In questo caso si tratta di una sentenza di primo grado, quindi non passata in giudicato, che proprio per questo non entra in altri procedimenti come, appunto, quello in corso davanti al tribunale del Riesame. Secondo la Procura (da qui l’inchiesta da cui è nato il processo) la società all’epoca in cui era amministrata da Ruscitti dopo aver ricevuto dalla Regione un contributo pubblico di circa un milione ne avrebbe usato 700mila euro per ripianare debiti della stessa società e pagare gli stipendi dei dipendenti anziché usarli per la destinazione prevista, ovvero la costruzione di una piattaforma ecologica per il trattamento imballaggi. Piattaforma per i cui lavori è stata concessa una proroga di un anno.(d.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Ieri il tribunale del Riesame (collegio presieduto dalla giudice Claudia Di Valerio) ha accolto l’istanza della difesa (rappresentata dall’avvocato Gennaro Lettieri) e ha disposto il dissequestro della somma di 50mila euro per cui qualche settimana fa erano scattati i sigilli su disposizione della Procura (pm Stefano Giovagnoni) dopo un recente pronunciamento della Cassazione.
Il caso è sempre quello legato all’inchiesta per l’utilizzo di fondi regionali e per cui la settimana scorsa, in primo grado, c’è stata una sentenza di condanna sia per l’ex amministratore Ermanno Ruscitti, indagato per il reato di malversazioni di erogazioni pubbliche, sia per il Mo. Te, a cui è stata contestata la responsabilità amministrativa degli enti. Al termine di un rito abbreviato Ruscitti è stato condannato a due mesi e venti giorni per e il Mote al pagamento di 100 quote del valore di cento euro l’una. Nella sentenza, inoltre, il giudice, ha disposto la confisca dei beni sequestrati in due occasioni sia a a Ruscitti sia al Mo.Te. In questo caso si tratta di una sentenza di primo grado, quindi non passata in giudicato, che proprio per questo non entra in altri procedimenti come, appunto, quello in corso davanti al tribunale del Riesame. Secondo la Procura (da qui l’inchiesta da cui è nato il processo) la società all’epoca in cui era amministrata da Ruscitti dopo aver ricevuto dalla Regione un contributo pubblico di circa un milione ne avrebbe usato 700mila euro per ripianare debiti della stessa società e pagare gli stipendi dei dipendenti anziché usarli per la destinazione prevista, ovvero la costruzione di una piattaforma ecologica per il trattamento imballaggi. Piattaforma per i cui lavori è stata concessa una proroga di un anno.(d.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.