fine di un incubo
Montorio, sta bene la bimba perduta nel bosco, la gioia di soccorritori e paesani
Dopo 16 ore di ricerche la fine di un incubo: alle 11,30 un volontario della Croce Bianca e il barista di Montorio hanno trovato Katia dietro a una siepe, a 800 metri dal paese, la frazione di Cusciano. La bimba stava bene e aveva piegato il vestitino come fa prima di andare a letto. Forse a causa del sonno profondo non aveva sentito le grida dei soccorritori che la chiamavano dalla notte prima. Presa in braccio dal padre, è stata accompagnata per accertamenti all'ospedale Mazzini di Teramo
MONTORIO AL VOMANO. Si era allontanata da sola senza che nessuno se ne fosse accorto o l'avesse fermata dalla frazione di Cusciano (176 abitanti), a 600 metri sul livello del mare, in provincia di Teramo. Più di 16 ore da sola in un bosco: la grande paura per Katia, bimba di due anni di origine romena, è finita quando a scovarla, vicino a una siepe, è stato il barista di Montorio che come tanti altri volontari era impegnato nelle ricerche insieme ai soccorritori che da ieri sera alle 18.30 stavano battendo la zona alla ricerca della piccola. Una gioia immensa, ripagata con applausi e pacche sulle spalle, molti hanno pianto. Nella frazione e a Montorio appena si è sparsa la notizia hanno cominciato a suonare le campane.
La bimba è stata ritrovata con i vestitini sotto il braccio, un gesto che fa quando va a dormire. Sta bene, appare solo un po' spaventata. I soccorritori la coprono con un telo termico, come quello utilizzato per le persone semi-assiderate per il freddo. Il padre l'abbraccia piangendo, poi tra i soccorritori e due ali di folla commossa che applaude accompagna la figlia in ambulanza all'ospedale Mazzini di Teramo, per accertamenti. La piccola stava giocando con gli altri bambini, era stata vista camminare da sola nella piazzetta del paese; poi più nulla. Attimi di terrore quando non è stata più vista e subito è partita la macchina dei soccorsi. Droni a luci infrarosse, cani, quad, volontari, speleologi hanno setacciato da subito la zona; insieme a loro il padre di Katia che era in Romania ed è immediatamente rientrato per aiutare le ricerche (vedi l'intervista fatta qualche ora prima del ritrovamento), terminate stamani con il ritrovamento della piccola. «Piangeva, voleva la mamma, aveva le scarpine in mano e i vestiti vicino a sè».
È commosso ed ha le lacrime agli occhi anche Diego Di Felice, 50enne barista di Montorio, che ha abbracciato la bimba dopo averla sentita piangere e averla notata accanto ad una siepe insieme a Manuel Giusti, volontario della Croce Bianca. Era lì dove in pochi credevano potesse arrivare, a piedi, da sola, a due anni e mezzo. Diego evita le telecamere, ripete «ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque, ma vi giuro l'emozione è grande, ti fa dimenticare tutti gli sforzi fatti in una notte di ricerche». Inizialmente era stata data la falsa notizia che a scovare la piccola fosse stato il fiuto di un cane molecolare. Invece a trovare fisicamente la piccola è stato Diego Di Felice, che l'ha notata accanto ad una siepe. La strada, però, era stata "tracciate" la sera prima Piergiorgio, il bloodhound del Cai abruzzese. Il cane molecolare però si era fermato ad un certo punto perché, secondo quanto riferito da Antonio Crocetta, del Cai Abruzzo, forse qualcosa l'aveva disturbato nella ricerca. La direzione era quella giusta, come è stato poi confermato dagli altri molecolari giunti di rinforzo in mattinata dalle Marche e dalla Lombardia. Ma senza Diego probabilmente la bimba non sarebbe stata trovata più tardi.
La gratitudine per il ritrovamento della bambina ha infine unito tutti, anche il sostituto procuratore Davide Rosati, accorso nella frazione per seguire le ricerche insieme a polizia e carabinieri. Anche il sindaco di Montorio, Gianni Di Centa, alla vista della bambina in braccio al padre ha lanciato un urlo liberatorio e si è messo a piangere. Poi ha abbracciato lo stesso pm Rosati, i familiari, i soccorritori. E' stata davvero la fine di un incubo.