Morte in ospedale a Sant'Omero: medico a giudizio
Per la donna stroncata da un'emorragia disposte nuove indagini
SANT'OMERO. Due medici prosciolti, uno rinviato a giudizio e nuove indagini disposte per altre cinque: si chiude così una prima parte dell'inchiesta aperta dalla procura teramana sulla morte di Giulietta Di Giamberardino, una donna 43enne di Civitella, che nell'aprile del 2008 fu stroncata da un'emorragia interna all'ospedale di Sant'Omero.
Il gup Giovanni de Rensis, al termine dell'udienza preliminare, ha prosciolto Mauro Ciarrocchi e Luciana Natali, due medici di geriatria di Sant'Omero, mentre ha rinviato a giudizio per omicidio colposo Michelina Di Michele, medico al pronto soccorso dell'ospedale di Sant'Omero, presente al momento del secondo accesso della vittima. Nel frattempo il gip Marina Tommolini ha disposto nuove indagini sulla posizione di altri cinque medici indagati. Questo dopo l'opposizione dei familiari della vittima alla richiesta di archiviazione fatta dal pm David Mancini, all'epoca dei fatti titolare del caso (attualmente è in servizio alla procura distrettuale dell'Aquila).
Le nuove indagini, affidate al pm Laura Colica, sono ormai vicine alla conclusione dopo che la procura ha disposto una nuova consulenza tecnica. Secondo l'accusa la donna morì a causa di un'emorragia interna non diagnosticata da nessuno dei medici del "Val Vibrata" che la visitarono (fu portata in pronto soccorso due volte in meno di 24 ore) e la sottoposero ad esami clinici. La donna venne portata al pronto soccorso la mattina del 21 aprile 2008 con dolori fortissimi e un'altissima pressione arteriosa. In quell'occasione le venne somministrato un calmante e successivamente venne dimessa con la diagnosi di una sindrome depressivo-ansiosa. La donna a casa continuò a stare malissimo e nella notte del 22 svenne.
L'ambulanza la riportò in ospedale. Qui un elettrocardiogramma evidenziò una patologia e l'esame dell'emocromo fece emergere una perdita grave di emoglobina. Secondo i legali dei familiari, questi segnali non vennero tenuti in alcuna considerazione dai medici presenti e solo alle insistenze del marito, dopo sette ore in pronto soccorso, la donna venne ricoverata in geriatria dove morì alle 15 dello stesso giorno. Dopo la denuncia del marito venne disposta l'autopsia: l'esame ha accertato che la donna è morta per un tamponamento cardiaco dovuto a un aneurisma dell'aorta. Scattò L'indagine e otto medici, tutti quelli che in qualche modo avevano avuto a che fare con i ricoveri della donna, vennero iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. (d.p.)
Il gup Giovanni de Rensis, al termine dell'udienza preliminare, ha prosciolto Mauro Ciarrocchi e Luciana Natali, due medici di geriatria di Sant'Omero, mentre ha rinviato a giudizio per omicidio colposo Michelina Di Michele, medico al pronto soccorso dell'ospedale di Sant'Omero, presente al momento del secondo accesso della vittima. Nel frattempo il gip Marina Tommolini ha disposto nuove indagini sulla posizione di altri cinque medici indagati. Questo dopo l'opposizione dei familiari della vittima alla richiesta di archiviazione fatta dal pm David Mancini, all'epoca dei fatti titolare del caso (attualmente è in servizio alla procura distrettuale dell'Aquila).
Le nuove indagini, affidate al pm Laura Colica, sono ormai vicine alla conclusione dopo che la procura ha disposto una nuova consulenza tecnica. Secondo l'accusa la donna morì a causa di un'emorragia interna non diagnosticata da nessuno dei medici del "Val Vibrata" che la visitarono (fu portata in pronto soccorso due volte in meno di 24 ore) e la sottoposero ad esami clinici. La donna venne portata al pronto soccorso la mattina del 21 aprile 2008 con dolori fortissimi e un'altissima pressione arteriosa. In quell'occasione le venne somministrato un calmante e successivamente venne dimessa con la diagnosi di una sindrome depressivo-ansiosa. La donna a casa continuò a stare malissimo e nella notte del 22 svenne.
L'ambulanza la riportò in ospedale. Qui un elettrocardiogramma evidenziò una patologia e l'esame dell'emocromo fece emergere una perdita grave di emoglobina. Secondo i legali dei familiari, questi segnali non vennero tenuti in alcuna considerazione dai medici presenti e solo alle insistenze del marito, dopo sette ore in pronto soccorso, la donna venne ricoverata in geriatria dove morì alle 15 dello stesso giorno. Dopo la denuncia del marito venne disposta l'autopsia: l'esame ha accertato che la donna è morta per un tamponamento cardiaco dovuto a un aneurisma dell'aorta. Scattò L'indagine e otto medici, tutti quelli che in qualche modo avevano avuto a che fare con i ricoveri della donna, vennero iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. (d.p.)
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