Nei Map di Castelli incuria e degrado
Gli sfollati segnalano laghi di fango e animali in casa ma nessuno interviene
CASTELLI. Animali che entrano in casa, mancanza di rifiniture essenziali, materiale da costruzione lasciato accanto alla porta di casa e giardini che si allagano e si riempiono di fango. Sono questi alcuni dei problemi con cui i residenti dei Map (moduli abitativi provvisori) di Villa Rossi di Castelli sono costretti a convivere sin dal giorno in cui hanno ricevuto le chiavi delle loro nuove abitazioni.
Tredici casette consegnate in pompa magna ai terremotati del paese diversi mesi fa con la promessa che i lavori sarebbero stati ultimati al più presto. Da allora, invece, a parte qualche intervento fatto per sistemare l'arredo urbano, nessuno sembra essersi interessato della condizione in cui i residenti sono costretti a vivere.
«Sono mesi che ci rivolgiamo alle autorità per chiedere un aiuto oppure delle informazioni ma», dice una ragazza, «ogni volta ci siamo trovati di fronte ad un rimpallo di responsabilità: il Comune dice che i lavori spettano alla Protezione civile e viceversa».
Resta il fatto che gli sfollati nei giorni di pioggia non riescono neanche ad uscire dalla porta. I giardini dove non è stata mai piantata l'erba, con l'arrivo dei temporali, franano inesorabilmente e il terriccio va ad invadere strada e marciapiedi. Un vero e proprio lago di fango alimentato, tra l'altro, dai tubi delle grondaie che scaricano direttamente sul terreno.
Qualcuno, esasperato dalla situazione, ha tentato da solo di risolvere il problema. «Alcuni di noi hanno sistemato delle pietre, altri hanno piantato dell'erba con la speranza di arginare il flusso di fango ed acqua e», aggiunge una signora, «molti hanno effettuato dei lavori sugli impianti di scarico che risultavano tappati ancor prima dell'utilizzo delle abitazioni». Ed è qui che nasce il paradosso. Secondo il contratto, infatti, chi risiede dei Map non potrebbe effettuare nessun intervento.
Poi c'è la difficile convivenza con gli animali che si intrufolano dentro casa dalle fessure rimaste aperte a causa della mancata ultimazione dei lavori di rifinitura. Diverse sono state le segnalazioni sulla presenza di topi all'interno delle stanze. La mancanza di tettoie sugli ingressi e delle protezioni in metallo sulle guaine, infine, ha reso le abitazioni molto umide a causa delle continue infiltrazioni d'acqua.
Tredici casette consegnate in pompa magna ai terremotati del paese diversi mesi fa con la promessa che i lavori sarebbero stati ultimati al più presto. Da allora, invece, a parte qualche intervento fatto per sistemare l'arredo urbano, nessuno sembra essersi interessato della condizione in cui i residenti sono costretti a vivere.
«Sono mesi che ci rivolgiamo alle autorità per chiedere un aiuto oppure delle informazioni ma», dice una ragazza, «ogni volta ci siamo trovati di fronte ad un rimpallo di responsabilità: il Comune dice che i lavori spettano alla Protezione civile e viceversa».
Resta il fatto che gli sfollati nei giorni di pioggia non riescono neanche ad uscire dalla porta. I giardini dove non è stata mai piantata l'erba, con l'arrivo dei temporali, franano inesorabilmente e il terriccio va ad invadere strada e marciapiedi. Un vero e proprio lago di fango alimentato, tra l'altro, dai tubi delle grondaie che scaricano direttamente sul terreno.
Qualcuno, esasperato dalla situazione, ha tentato da solo di risolvere il problema. «Alcuni di noi hanno sistemato delle pietre, altri hanno piantato dell'erba con la speranza di arginare il flusso di fango ed acqua e», aggiunge una signora, «molti hanno effettuato dei lavori sugli impianti di scarico che risultavano tappati ancor prima dell'utilizzo delle abitazioni». Ed è qui che nasce il paradosso. Secondo il contratto, infatti, chi risiede dei Map non potrebbe effettuare nessun intervento.
Poi c'è la difficile convivenza con gli animali che si intrufolano dentro casa dalle fessure rimaste aperte a causa della mancata ultimazione dei lavori di rifinitura. Diverse sono state le segnalazioni sulla presenza di topi all'interno delle stanze. La mancanza di tettoie sugli ingressi e delle protezioni in metallo sulle guaine, infine, ha reso le abitazioni molto umide a causa delle continue infiltrazioni d'acqua.
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