Niente Bandiera blu Gli operatori: lasciati soli
I balneatori di Giulianova, Alba e Martinsicuro accusano gli enti che non fanno i controlli sugli scarichi inquinanti nei fiumi. Possibili anche azioni legali
TERAMO. E’ stato come colpire con uno schiaffone tre comunità. Il giorno dopo la certezza di non aver ottenuto la Bandiera blu Giulianova, Alba Adriatica e Martinsicuro sono ancora tramortite. E iniziano le valutazione del contraccolpo.
GIULIANOVA. «La perdita della Bandiera blu è un brutto colpo per la città, almeno dal punto di vista mediatico», confessa Massimo Grossi, proprietario dello stabilimento balneare Baltic e dell’omonimo hotel, «ma è anche vero che i turisti, tutti gli anni che sono venuti da noi, hanno sempre detto di aver trovato il mare pulito. Bisognerebbe anche vedere dove e quando sono stati effettuati i controlli che poi hanno rilevato i valori troppo alti. Non è comunque il caso di creare allarmismi, la gente verrà lo stesso». La pensano così anche altri balneatori del litorale giuliese come Bianca Flagnani, gestore, insieme al fratello Domenico, dello storico stabilimento Venere, nel lungomare centrale. «Giulianova ha sempre avuto un mare pulito», ribadisce Flagnani, proprio nel momento in cui si accinge ad ammainare la Bandiera blu dell’anno scorso, che ancora sventola sul lido, «anche se la notizia non è stata presa bene dai balneatori in generale: insieme ai parcheggi a pagamento e alla crisi, non avere la Bandiera sarà un rischio per il turismo estivo giuliese. Saranno soprattutto le famiglie con bambini a farci caso o i villeggianti che scendono dal nord o vengono da Roma».
L’assessore al demanio Archimede Forcellese tiene a precisare che non avere la Bandiera blu non significa avere il mare inquinato, ma semplicemente non aver raggiunto gli standard di eccellenza richiesti dalla Fee. «Se le acque di Giulianova fossero inquinate», chiarisce, «dovremmo apporre dei cartelli di divieto di balneazione e non è così. La Fee qualifica l’eccellenza delle acque in un determinato tratto di spiaggia mentre è una delibera regionale che pensa a definirne la qualità, dopo aver ricevuto i dati dell’Arta». Dei 5 punti presi in considerazione dall’Arta, due sono risultati di qualità sufficiente (quelli vicini alla foce dei fiumi) e gli altri tre, buona (l’anno scorso quattro punti erano risultati eccellenti e uno solo sufficiente). «Quello che ci ha penalizzato», continua Forcellese, «è stato il valore raccolto all’indomani delle piogge di maggio 2013 nel punto di campionamento vicino al Salinello». «Non è giusto», commenta sconsolato un altro balneatore, «che per un dato venga penalizzata tutta la costa».
ALBA ADRIATICA. Dopo la perdita della Bandiera blu ed il divieto di balneazione preventivo di 300 metri ordinato dal sindaco Tonia Piccioni, Alba Adriatica esce scossa, anche se in qualche modo in tanti si aspettavano gravi conseguenze dopo i fenomeni di inquinamento del mare della stagione 2013. In un comunicato rilanciato dall’Ansa, ieri Il Movimento 5 Stelle cittadino ha commentato: «Niente di nuovo sotto al sole: un disastro annunciato fin dalla scorsa stagione, fin dalla campagna elettorale». Se non è stata registrata ancora una presa di posizione del Comune, anche gli operatori turistici ieri erano in attesa di trovare una strategia comunicativa, e nel caso anche legale, condivisa da tutte le associazioni che li rappresentano. Gli stessi operatori albensi, insieme a quelli di Martinsicuro, alle associazioni di categoria e al consorzio Costa dei Parchi, però, hanno già giocato d’anticipo qualche settimana fa, affidando la tutela dell’intero comparto turistico a due legali, Lauro Tribuiani e Laura Di Filippo. Ai due avvocati il compito di sollecitare la manutenzione degli impianti di depurazione e il rispetto degli impegni presi dagli enti per la tutela delle acque e dell’ambiente, ma anche quello di proporre una conferenza di servizi per superare le criticità del passato e un tavolo tecnico permanente allargato a tutta la Val Vibrata. Nel frattempo le opposizioni politiche hanno già promesso battaglia all’amministrazione.
MARTINSICURO. Dura la reazione politica e degli operatori turistici di Martinsicuro. «Questo dimostra la scarsa attenzione degli amministratori» il commento del capogruppo del Pd-Cambiamo Insieme, Andrea Buonaspeme, «l’esclusione della nostra cittadina arriva da lontano partendo dalla Regione e passando alla Provincia che non aiutano a mantenere i livelli di qualità delle acque per avere il riconoscimento. E’ l’ennesima dimostrazione della politica di un’amministrazione superficiale e approssimata nel programmare le situazioni. Aspettiamo le motivazioni per intraprendere un’azione politica senza esclusione di colpi». «Attendiamo le motivazioni per cercare di capire le responsabilità», osserva Massimo Vagnoni di Progetto Comune, «tutti coloro che hanno delle responsabilità e competenze debbono fare il mea-culpa ed evitare il solito scarica delle responsabilità». «Questa è la dimostrazione di scarsa attenzione», è il parere di un operatore turistico, «Il problema arriva dall’alto visto i tanti depuratori che scaricano su Tronto e Vibrata e che non sono tenuti sotto controllo. Le acque scaricano in mare nel nostro territorio e noi ne paghiamo le conseguenze». (m.t.;l.t.;s.d.s.)
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