Non può pagare l’Imu: si incatena
Teramana protesta sotto al Comune, deve versare 1.400 euro per la casa ricevuta in eredità
TERAMO. Si è incatenata per un paio d’ore alla recinzione della fontana dei due leoni, proprio sotto al municipio. E’ una donna teramana, dipendente pubblica, che ieri poco dopo le 10 si è legata una catena al collo per protestare contro una salatissima seconda rata dell’Imu. Accanto a lei un cartello: “17 dicembre 2012, saldo Imu. Io non ce la faccio e tu?». La donna parla malvolentieri della sua situazione, nonostante la decisione di fare una protesta così eclatante. Trapela che ha tre figli disoccupati e una seconda casa ricevuta in eredità per cui dovrà pagare 1.400 euro di Imu, arrivando a 1.600 con la prima casa.
Appena venuto a conoscenza della protesta, il sindaco Maurizio Brucchi è sceso a parlare con la donna che lo accusa di aver elevato al massimo (10,6 per mille) l’aliquota per la seconda abitazione. «Purtroppo», ha spiegato Brucchi, «siamo stati costretti, per evitare tagli ai servizi e al sociale; ci siamo basati sull’idea che chi possiede anche una seconda abitazione potesse avere maggiori risorse. Mi rendo conto che ci sono evidenti eccezioni, come questa. I Comuni non hanno mai chiesto di avere Imu, è un provvedimento del governo Monti che si è preso parte fissa di più di 7 milioni di euro. Ci sono tante persone che non potranno pagare l’Imu, ma se la devono prendere con altri. A Teramo, ad esempio, abbiamo tagliato un milione e mezzo sul personale. E l’anno prossimo continueremo a tagliare. Ma non è possibile che tutto ricada sulle spalle dei sindaci. Spero che la protesta della signora non venga strumentalizzata politicamente».(a.f.)
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