Nuovo corso di laurea a Lanciano D’Alberto: «È una scelta giusta»
Il sindaco ai colleghi di Pescara e Chieti: «Nessuna invasione, Teramo potenzia la sua offerta giuridica» Il direttore di Giurisprudenza: «È la D’Annunzio che si sente in competizione con noi, non il contrario»
TERAMO. Teramo non ci sta e replica alle critiche mosse dai sindaci di Chieti e Pescara in merito al nuovo corso di laurea in Diritto dell'ambiente e dell'energia, firmato UniTe, che prenderà il via a Lanciano dal prossimo settembre.
LO SCONTRO
Il progetto vede il sostegno della Regione Abruzzo e la collaborazione del Comune di Lanciano. Nei giorni scorsi, subito dopo la firma del protocollo d'intesa fra l'ateneo teramano e le istituzioni coinvolte, si è levato l'altolà da parte dei sindaci Diego Ferrara (Chieti) e Carlo Masci (Pescara) che in una nota congiunta hanno paventato ricadute economiche negative per il comprensorio dove insiste l'Università D'Annunzio, parlando di «corso duplicato», essendo presente nell'ateneo pescarese-teatino il corso di Scienze dei servizi giuridici, e di una sorta di invasione territoriale. La levata di scudi si è sostanziata anche in una bacchettata politica verso la Regione, che finanzia l'iniziativa e che non avrebbe coinvolto Chieti e Pescara nella decisione. Alle posizioni dei sindaci fanno oggi da contraltare le dichiarazioni del sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto, tese a distendere gli animi e a rifocalizzare la discussione sulla crescita dell'offerta formativa dell'Abruzzo, e quelle della professoressa Emanuela Pistoia, direttore del dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Teramo, che ricostruisce la cornice nella quale il nuovo corso di Lanciano è nato e si muove.
IL SINDACO
«Posso comprendere in parte i colleghi sindaci, ma dal mio punto di vista non si può parlare di occupazione territoriale», commenta D'Alberto, «la facoltà di Giurisprudenza di Teramo è un patrimonio abruzzese da valorizzare e ai colleghi sindaci dico: facciamolo insieme. La scelta del corso attivato a Lanciano va letta come normale articolazione di una facoltà che per il settore giuridico è un riferimento nella regione e si inserisce in un'ottica di potenziamento dell'offerta formativa e di riordino della rete universitaria abruzzese, dove Teramo – in linea con la sua storia – è città del diritto», conclude il sindaco.
L'ATENEO
Il primo chiarimento della professoressa Pistoia è di sostanza: «Il corso Segi della D'Annunzio è generalista, come emerge chiaramente dalla denominazione e dagli obiettivi formativi dichiarati. Il corso di Lanciano è invece specializzato, pur essendo un corso universitario di primo livello, per cui sarà scelto da chi punta fin da subito a una formazione più specifica. È dunque un ulteriore strumento formativo a disposizione del territorio, non una duplicazione», spiega Pistoia che sul concetto di difesa dell'ateneo teatino-pescarese da quello teramano parla di «affermazione fuorviante, che merita una riflessione articolata sui rapporti tra tutti gli atenei abruzzesi e in particolare sui rapporti tra la formazione giuridica offerta da UniTe e quella offerta da UniD'Annunzio. Sono convinta che la si debba davvero fare, il tempo è maturo. Sono felice che, se la D'Annunzio si vede in competizione con gli altri e in particolare se i suoi giuristi si vedono in competizione con noi, tale visione sia emersa in modo chiaro, perché sarà finalmente l'occasione di esaminarla e discuterla in modo costruttivo». Per la professoressa Pistoia a parlare in modo inequivocabile sono i numeri: UniTe ha 5.000 iscritti e nel sistema universitario italiano viene classificato come "piccolo ateneo" (meno di 10.000 iscritti); la D'Annunzio è invece "grande ateneo" (categoria tra 20.000 e 40.000 iscritti). «Da questo dato oggettivo e burocratico emerge che, se il rapporto tra i nostri due atenei deve proprio essere visto in termini di competizione, cosa che mi sembra profondamente sbagliata, il tema è piuttosto difendere UniTe da UniD'Annunzio».
IL DIETROFRONT
Ultimo, ma non per importanza, il tema della mancata collaborazione fra i due atenei per il corso di Lanciano. Dice Emanuela Pistoia: «Il rettore di UniTe ha offerto al rettore di UniD'Annunzio di realizzare il corso in collaborazione, avviandolo come corso "interateneo" e stipulando un'apposita convenzione. Il rettore Sergio Caputi aveva inizialmente acconsentit e c'era stato un voto in tal senso nel Ccrua (Comitato di coordinamento regionale delle università abruzzesi), ma ha cambiato idea rendendo necessaria una nuova convocazione del comitato che ha di nuovo approvato l'istituzione del corso con il voto contrario del rettore della D'Annunzio. Il che ha reso necessaria una riapprovazione della scheda istitutiva del corso da parte del nostro dipartimento. Questa vicenda», conclude Pistoia, «illustra chiaramente l'obiettivo predatorio della D'Annunzio rispetto a UniTe: non solo rifiuto della collaborazione offerta, ma voto contrario».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LO SCONTRO
Il progetto vede il sostegno della Regione Abruzzo e la collaborazione del Comune di Lanciano. Nei giorni scorsi, subito dopo la firma del protocollo d'intesa fra l'ateneo teramano e le istituzioni coinvolte, si è levato l'altolà da parte dei sindaci Diego Ferrara (Chieti) e Carlo Masci (Pescara) che in una nota congiunta hanno paventato ricadute economiche negative per il comprensorio dove insiste l'Università D'Annunzio, parlando di «corso duplicato», essendo presente nell'ateneo pescarese-teatino il corso di Scienze dei servizi giuridici, e di una sorta di invasione territoriale. La levata di scudi si è sostanziata anche in una bacchettata politica verso la Regione, che finanzia l'iniziativa e che non avrebbe coinvolto Chieti e Pescara nella decisione. Alle posizioni dei sindaci fanno oggi da contraltare le dichiarazioni del sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto, tese a distendere gli animi e a rifocalizzare la discussione sulla crescita dell'offerta formativa dell'Abruzzo, e quelle della professoressa Emanuela Pistoia, direttore del dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Teramo, che ricostruisce la cornice nella quale il nuovo corso di Lanciano è nato e si muove.
IL SINDACO
«Posso comprendere in parte i colleghi sindaci, ma dal mio punto di vista non si può parlare di occupazione territoriale», commenta D'Alberto, «la facoltà di Giurisprudenza di Teramo è un patrimonio abruzzese da valorizzare e ai colleghi sindaci dico: facciamolo insieme. La scelta del corso attivato a Lanciano va letta come normale articolazione di una facoltà che per il settore giuridico è un riferimento nella regione e si inserisce in un'ottica di potenziamento dell'offerta formativa e di riordino della rete universitaria abruzzese, dove Teramo – in linea con la sua storia – è città del diritto», conclude il sindaco.
L'ATENEO
Il primo chiarimento della professoressa Pistoia è di sostanza: «Il corso Segi della D'Annunzio è generalista, come emerge chiaramente dalla denominazione e dagli obiettivi formativi dichiarati. Il corso di Lanciano è invece specializzato, pur essendo un corso universitario di primo livello, per cui sarà scelto da chi punta fin da subito a una formazione più specifica. È dunque un ulteriore strumento formativo a disposizione del territorio, non una duplicazione», spiega Pistoia che sul concetto di difesa dell'ateneo teatino-pescarese da quello teramano parla di «affermazione fuorviante, che merita una riflessione articolata sui rapporti tra tutti gli atenei abruzzesi e in particolare sui rapporti tra la formazione giuridica offerta da UniTe e quella offerta da UniD'Annunzio. Sono convinta che la si debba davvero fare, il tempo è maturo. Sono felice che, se la D'Annunzio si vede in competizione con gli altri e in particolare se i suoi giuristi si vedono in competizione con noi, tale visione sia emersa in modo chiaro, perché sarà finalmente l'occasione di esaminarla e discuterla in modo costruttivo». Per la professoressa Pistoia a parlare in modo inequivocabile sono i numeri: UniTe ha 5.000 iscritti e nel sistema universitario italiano viene classificato come "piccolo ateneo" (meno di 10.000 iscritti); la D'Annunzio è invece "grande ateneo" (categoria tra 20.000 e 40.000 iscritti). «Da questo dato oggettivo e burocratico emerge che, se il rapporto tra i nostri due atenei deve proprio essere visto in termini di competizione, cosa che mi sembra profondamente sbagliata, il tema è piuttosto difendere UniTe da UniD'Annunzio».
IL DIETROFRONT
Ultimo, ma non per importanza, il tema della mancata collaborazione fra i due atenei per il corso di Lanciano. Dice Emanuela Pistoia: «Il rettore di UniTe ha offerto al rettore di UniD'Annunzio di realizzare il corso in collaborazione, avviandolo come corso "interateneo" e stipulando un'apposita convenzione. Il rettore Sergio Caputi aveva inizialmente acconsentit e c'era stato un voto in tal senso nel Ccrua (Comitato di coordinamento regionale delle università abruzzesi), ma ha cambiato idea rendendo necessaria una nuova convocazione del comitato che ha di nuovo approvato l'istituzione del corso con il voto contrario del rettore della D'Annunzio. Il che ha reso necessaria una riapprovazione della scheda istitutiva del corso da parte del nostro dipartimento. Questa vicenda», conclude Pistoia, «illustra chiaramente l'obiettivo predatorio della D'Annunzio rispetto a UniTe: non solo rifiuto della collaborazione offerta, ma voto contrario».
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