Omicidio Fadani, i rom a marzo dal giudice
Fissata l’udienza preliminare: si decide se mandare a giudizio i cugini Levakovic (nella foto l'arresto di Elvis) e Spinelli
TERAMO. Omicidio Fadani: è stata fissata per il 18 marzo l'udienza preliminare a carico dei tre rom accusati di aver ucciso con un pugno l'imprenditore albense Emanuele Fadani.
Davanti al gip Giovanni de Rensis compariranno i cugini Elvis e Danilo Levakovic, di 22 e 34 anni, e Sante Spinelli, 30 anni, i rom che la procura occusa di omicidio volontario aggravato da motivi abietti. Toccherà al giudice decidere se mandarli a processo o no. Fadani, 38 anni, il 10 novembre del 2009 venne preso a pugni dopo essere intervenuto per difendere un amico, a sua volta colpito da Danilo Levakovic.
A colpire l'imprenditore albense sarebbe stato, per sua stessa ammissione, il solo Elvis. E un solo pugno alla testa sarebbe stato fatale alla vittima, causandogli una rapidissima emorragia cerebrale. La procura non fa differenze tra i tre rom, sostenendo che «sotto il profilo giuridico non fu un'azione individuale».
I due cugini Levakovic sono tornati in carcere da pochi giorni dopo che la Cassazione, accogliendo il ricorso della procura teramana, ha annullato senza rinvio la sentenza con cui il tribunale del Riesame dell'Aquila aveva confermato la decisione del gip Marina Tommolini di scarcerare, nel luglio scorso, i due. Spinelli, tornato in libertà nel marzo del 2010, è agli arresti domiciliari per un altro reato. (d.p.)
Davanti al gip Giovanni de Rensis compariranno i cugini Elvis e Danilo Levakovic, di 22 e 34 anni, e Sante Spinelli, 30 anni, i rom che la procura occusa di omicidio volontario aggravato da motivi abietti. Toccherà al giudice decidere se mandarli a processo o no. Fadani, 38 anni, il 10 novembre del 2009 venne preso a pugni dopo essere intervenuto per difendere un amico, a sua volta colpito da Danilo Levakovic.
A colpire l'imprenditore albense sarebbe stato, per sua stessa ammissione, il solo Elvis. E un solo pugno alla testa sarebbe stato fatale alla vittima, causandogli una rapidissima emorragia cerebrale. La procura non fa differenze tra i tre rom, sostenendo che «sotto il profilo giuridico non fu un'azione individuale».
I due cugini Levakovic sono tornati in carcere da pochi giorni dopo che la Cassazione, accogliendo il ricorso della procura teramana, ha annullato senza rinvio la sentenza con cui il tribunale del Riesame dell'Aquila aveva confermato la decisione del gip Marina Tommolini di scarcerare, nel luglio scorso, i due. Spinelli, tornato in libertà nel marzo del 2010, è agli arresti domiciliari per un altro reato. (d.p.)
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