Operaio folgorato a Castellalto: dieci anni fa anche suo fratello morì sul lavoro / Foto
Aveva 29 anni, restò sepolto da una montagna di sale alla Solvay. Il dolore di familiari e amici
PENNE. Sgomento a Penne per la scomparsa di Roberto Damiani, morto folgorato su un traliccio dell’alta tensione a Castelnuovo Vomano. Roberto lavorava nella Tonelli Costruzioni di Penne, con sede in contrada Casale, una ditta che si occupa anche di manutenzioni e realizzazione di nuove linee per l’Enel.
La sua morte, come in un tragico copione che si ripete, segue, a dieci anni di distanza, quella del fratello Jonny, all’epoca dei fatti ventinovenne, travolto e ucciso nel febbraio del 2004 da una valanga di sale mentre si occupava della riparazione di un silos nel polo chimico di Bussi. Una lastra di circa 15 quintali finì addosso al ragazzo che stava effettuando lavori di manutenzione ad un serbatoio della Solvay. La velocità dei colleghi nel soccorrerlo non lo salvò: Jonny morì qualche minuto dopo essere stato estratto dalla cisterna. A lui è stata intitolata la sezione di Protezione Civile comunale perché nel 2003 fu proprio lui uno dei primi partecipanti a un corso che si tenne per la costituzione del gruppo vestino. A piangere l’ennesima sciagura che si è abbattuta su questa famiglia sono oggi il papà Antonio e Massimiliano, un altro fratello, poiché la mamma, provata dal grande dolore, morì improvvisamente di infarto qualche anno dopo il figlio Jonny mentre era al cimitero nel giorno di Ognissanti.
Non è stata affatto facile la vita per Roberto, con un difficile vissuto personale alle spalle, dal quale era riuscito a sganciarsi con tanta forza di volontà, la stessa che ci aveva dovuto mettere per superare la perdita del giovane fratello e della madre. Ed infatti i suoi colleghi, tutti afflitti per la sua morte, lo ricordano come un lavoratore serio e affidabile, al quale piaceva stare in compagnia anche se conservava negli occhi quell’ombra di profonda tristezza, poco attratto dallo sport, ma con la passione per pc e telefonini. Viveva con il papà Antonio, non distante dalla casa del fratello Massimiliano, sposato, al quale era molto legato, titolare a Penne di una cartolibreria e rilegatoria. Non era sposato e il suo tempo libero, soprattutto nel fine settimana, lo trascorreva con gli amici.
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