Ospedali, consegna pasti: a rischio 35 posti di lavoro
La Asl cambia, dal 1° aprile la Pap non distribuirà il cibo nei reparti dei nosocomi La Cgil: «Ora useranno gli interinali, non è sicuro che saranno riassorbiti tutti»
TERAMO. Piccola rivoluzione nella somministrazione dei pasti ai degenti nei quattro ospedali teramani. La Asl ha deciso che dal 1° aprile non saranno più i 35 operatori della Pap a distribuire i pasti nei reparti. La decisione probabilmente rientra nella più ampia strategia del direttore generale Paolo Rolleri che ha deciso, dove possibile, di reinternalizzare alcuni servizi appaltati all’esterno.
Ma l’operazione suscita le perplessità dei sindacati. «E’ una decisione presa dalla Asl che però non ha comunicati nulla nè ai lavoratori nè, a quanto sembra, alla Pap», esordisce Franco Di Ventura, segretario della Filcams Cgil, «dal 1° aprile l’attività di distribuzione pasti sarà assegnata a personale dell’agenzia interinale Etjca di Atessa (la stessa utilizzata per centralinisti, magazzinieri, addetti all’immissione dati e operatori socio sanitari, ndr)». Il sindacalista esprime parecchie riserve sull’operazione: «Si recide il collegamento fra chi cucina e chi distribuisce il pasto, mettendo a rischio il posto di lavoro dei 35 operatori. Etjca ha contattato alcuni lavoratori proponendo contratti con meno ore. Non sappiamo se contatterà tutti. Stanno riproducendo lo stesso percorso seguito per altre categorie di lavoratori. Stanno riproducendo lo stesso percorso che per altre categorie. La Pap ci ha già comunicato che vuole un incontro, perchè ci vuole segnalare le ripercussioni che avrà la perdita di fatturato. Noi come Filcmas abbiamo chiesto un incontro alla Asl». Di Ventura ritiene che la Pap ottenne anche la distribuzione oltre alla cucina dei pasti anche «per non interrompere la catena della responsabilità: è una tutela per il malato perchè il processo, dalla creazione del piatto alla somministrazione, è in capo ad un unico responsabile. Il malato deve essere garantito al 100%».
Il sindacato è preoccupato perchè si rischia che le lavoratrici che sono da 5 a 8 anni sono addette alla distribuzione del posato, quando ci sarà la gara, non vengano riassunte. Se la Asl avesse già espletato la gara, il subentrante avrebbe avuto l'obbligo di riassumerle tutte. Invece il diritto delle lavoratrici viene sfumato da questo passaggio intermedio. E' vero che la Asl l'ha fatto in altre situazioni: ci viene il dubbio che qesto passaggio in più sia legato al periodo elettorale, non vogliamo pensare male. Ma è chiaro che un lavoratore per difendere il posto di lavoro fa di tutto. Sollecitiamo un incontro con i vertici della Asl per capire quale sia il progetto. A giorni interesseremo anche il prefetto». (a.f.)
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