Ostetricia chiude tra le polemiche

Sant'Omero, politici e sindacati contro la decisione del manager della Asl

SANT'OMERO. Chiude tra le polemiche, a partire da oggi e fino a settembre, il reparto di Ostetricia e ginecologia dell'ospedale Val Vibrata con sospensione anche degli interventi di chirurgia ortopedica. Per tre mesi le pazienti dovranno farsi assistere ed anche partorire negli ospedali di Teramo oppure di Atri mentre le operazioni osteoarticolari si faranno a Giulianova.

Questo, secondo la Asl di Teramo, per consentire i lavori di adeguamento di due sale operatorie una delle quali sarà dedicata al parto indolore. Ma politica e sindacati sparano il fuoco incrociato sulla scelta aziendale perché, secondo loro, nasconderebbe un'altra verità: il bisogno di accorpare i reparti in vista delle ferie del personale dell'azienda sanitaria teramana.

Il primo a porre dubbi sulla tempistica dei lavori e a formulare una controproposta è il consigliere regionale del Pdl Emiliano Di Matteo. «L'unica cosa certa, è che il 1º luglio i reparti dovranno chiudere ma non è altrettanto sicura l'apertura del cantiere», dice in una nota il politico vibratiano. «Per questo motivo, dopo aver sentito i sindaci della Val Vibrata la mia proposta alla Asl di Teramo è racchiusa in tre punti. Primo, chiudere temporaneamente i reparti solo se è assolutamente necessario. Secondo, chiuderli solo nel momento in cui si è certi del reale inizio dei lavori; terzo, riapertura immediata alla conclusione dei lavori con il reintegro di tutto il personale attualmente presente.

Ribadisco il mio rispetto nei confronti del direttore generale Giustino Varrassi grazie al quale l'azienda sanitaria teramana ha cambiato passo nei confronti dell'ospedale Val Vibrata».
«Va tenuto presente che siamo nella stagione estiva e che chiudere e depotenziare alcuni reparti vuol dire non poter offrire ai turisti i servizi adeguati».

Guido Paci del Psi Abruzzo parla di «ennesimo tentativo di ridimensionare l'ospedale. Ormai non sanno più come giustificare tali manovre, anche perché le fanno praticamente ogni sei mesi. Combatteremo contro la privatizzazione dell'ospedale Val Vibrata».

La Cgil, con Antonio Macrillante è pronta a denunciare. «Non si giustifica la chiusura di 3 reparti, perché i lavori riguardano interventi esterni alle strutture coinvolte. Il "lifting", come lo definisce il direttore generale Varrassi, può essere effettuato in totale sicurezza anche senza chiudere i reparti. E'come dire che per rifare un intervento estetico al viso si tiene il paziente in coma farmacologico 3 mesi prima. Anzi peggio, qui non ancora c'è un progetto presentato al comune di Sant'Omero; non c'è un certificato di inizio lavori; non c'è una gara di appalto e forse non ci sono i fondi per fare questi lavori. Come dice il proverbio? A pensar male spesso si indovina».

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