Pablo, l’angelo degli immigrati

SILVI MARINA. Ha uno sguardo limpido e appare felice naturalmente. A chi lo incontra pone una domanda: «Vogliamo trasmettere, anche solo per un minuto, un po' di ottimismo alla collettività attraverso la mia storia?».

A parlare à l'ingegner Pablo Gamboa venezuelano d'origine, e residente a Silvi oramai da anni. Ha costituito un'associazione per immigrati. Gamboa, dopo aver girato tutto il mondo, ha voluto scegliere Silvi per sviluppare il suo progetto.

L'organizzazione si chiama “Sudamico” nasce nel 2010 ed è ispirata a principi cristiani.Si prefige di conoscere e studiare le ragioni ed i motivi per cui gli immigrati arrivano in Italia, in particolare quelli provenienti dai paesi del terzo mondo.Lo scopo è quello di aiutarli a migliorare la loro integrazione nel tessuto sociale italiano. Pablo mentre parla spesso sorride. Vuole a tutti i costi diffondere la cultura dell'integrazione vissuta come un arricchimento della persona.

È arrovato in Abruzzo nel 2006 , sua moglie Ornella è siciliana, hanno 3 figli perfettamente integrati nel tessuto locale. Baciati entrambi dal sole nella loro casa in affitto in via Bindi a Silvi affermano: «Tutti gli immigrati che vivono in Italia vivono in un contesto incerto, dove ogni giorno vengono bombardati da notizie di giornali e tv».

Le iniziative di Pablo sono state riportate da molti giornali venezuelani della regione Bolivar: Primicia, il Correo del Caroní, La gran Familia, e Nueva Prensa De Guayana.

Alcune foto lo ritraggono nel suo Paese assieme al presbitero della parrocchia Santa Eduvigis, arcidiocesi di Ciudad Bolívar, che ha ricevuto in donazione oltre 3.200 euro di attrezzature per svolgere attività didattiche per i bambini.

Pablo dice: «È da questi gesti che nasce l'integrazione. Quando un italiano dona qualcosa a un immigrato significa che tra i due c'è relazione e può nascere anche una collaborazione positiva.

La sua storia è forse l’esempio di chi guarda e prende la vita in un modo alternativo. Un esempio importante specie di questi tempi.

Domenico Forcella

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