Parolisi all’amante: avremo una casa nostra

Alla vigilia della seconda udienza del rito abbreviato, spuntano nuove lettere del fitto scambio epistolare tra il caporal maggiore imputato dell’omicidio della moglie e la soldatessa

TERAMO. E’ il sogno di una vita a due «solo tu e io nella nostra casetta» quello che raccontano le parole che Parolisi scrive all’amante dopo la morte di Melania. Prima da indagato, poi da arrestato. Alla vigilia della seconda udienza del rito abbreviato, spuntano nuove lettere del fitto scambio epistolare tra il caporal maggiore imputato dell’omicidio della moglie e la soldatessa. Sprazzi di vita che diventano atti dell’inchiesta e che per la procura servono a puntellare l’impianto accusatorio che trova nel movente passionale uno dei suoi pilastri più solidi.

LE LETTERE. Dopo la morte della moglie Parolisi così scrive  «Ti ho chiesto di cancellare i nostri contatti su Facebook e sul telefonino perchè non volevo che la nostra frequentazione uscisse fuori», è il passaggio di una lettera, «non ho mai dubitato di te. Ti ringrazio per essermi vicina e credere in me». E poi ancora: «Sentirti anche per pochi minuti è stata l’emozione più forte che ho vissuto negli ultimi mesi». Il caporal maggiore immagina un futuro con la soldatessa o almeno così fa intendere a lei. «Questa lettera è per te con cui vorrei passare ogni giorno», si legge ancora in un’altra missiva, «per te con cui vorrei condividere ogni mio pensiero. Per noi che il nostro incontro possa diventare la realtà della nostra vita, senza più incomprensioni, parole buttate al vento. Solo tu e io nella nostra casetta, come due cuori e una capanna».

I VICINI E LE TV. Ma dagli atti emergono anche altri risvolti. Come quello che racconta un testimone di Folignano, il paese alle porte di Ascoli in cui Parolisi abitava con la moglie Melania. Nei giorni immediatamente successivi alla scoperta del cadavere il paese venne preso d’assalto dai giornalisti. E una donna ha raccontato agli investigatori che Parolisi avrebbe avvicinato uno dei vicini di casa appena intervistato e gli avrebbe detto: «Parlate gratis? Ma fatevi pagare, così con i soldi andiamo tutti a Cuba».

L’UDIENZA. E domani a Teramo Parolisi torna davanti al giudice Marina Tommolini che il 12 marzo ha concesso il rito abbreviato aprendo, di fatto, il processo. Il gup assegnerà a due medici (un medico legale e una genetista) l’incarico per la super perizia sull’ora della morte della donna e sulle tracce di dna di Parolisi trovate sulla bocca di Melania. La procura si presenta all’appuntamento con Adriano Tagliabracci, il medico che ha eseguito l’autopsia, mentre la parte civile ha nominato Francesco Introna, medico legale che ha seguito il caso Claps, e la criminolga Roberta Bruzzone che domai farà un sopralluogo a Ripe di Civitella.

Ma nell’udienza di domani saranno risentiti i tre testimoni la cui audizione è stata chiesta dalla difesa del caporal maggiore nell’ambito del rito abbreviato. Saranno riascoltati il militare di Chieti che il 18 aprile, giorno del delitto, era impegnato come sentinella a Ripe di Civitella del Tronto nell’ambito di una esercitazione militare; l’addestratore del cane molecolare che ha fiutato la presenza di Melania nella zona del monumento di Colle San Marco (che la procura definisce non attendibile) e un testimone che sostiene di aver visto il 18 aprile (giorno del delitto) un uomo vicino alle altalene.

 

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