Parolisi, altro indizio dal polline trovato sulle scarpe di Melania
Riconsegnata la perizia degli esperti botanici: sotto le scarpe di Melania non c'è quello tipico di Colle San Marco. A giorni arriva quella sul cellulare
TERAMO. E' un altro indizio. La perizia sui pollini non consegna la prova certa che il 18 aprile Melania Rea non sia stata a Colle San Marco, ma consente alla procura di puntellare ulteriormente l'impianto accusatorio contro Salvatore Parolisi.
La perizia fatta fare sulle scarpe che la donna indossava nel bosco di Ripe da qualche giorno è nelle mani degli inquirenti teramani. In duecento pagine gli esperti botanici nominati non danno risposte certe, ma sostengono che i pollini calpestati dalle scarpe della donna non sono compatibili con quelli esistenti a Colle San Marco, il pianoro ascolano in cui secondo i tecnici ci sarebbero delle microspore di piante particolari localizzate solo in quell'area e quindi facilmente identificabili.
Nella loro relazione i botanici sostengono, invece, che le tracce di polline trovate sotto le scarpe di Melania sono compatibili con quello del bosco di Ripe dove è avvenuto il delitto. Gli esperti, però, più volte sottolineano che si tratta di compatibilità e non di certezze. E' evidente che la perizia getta un'altra ombra sul racconto fatto dal caporal maggiore Parolisi, in carcere da luglio con l'accusa di omicidio volontario aggravato. L'uomo ha sempre raccontato che quel giorno ha portato moglie e figlia sul pianoro ascolano e che da qui ha visto Melania sparire mentre cercava un bagno. Ma nessun testimone presente a Colle San Marco quel giorno ha visto la donna. E tra qualche giorno i pm teramani Davide Rosati e Greta Aloisi (che indagano sul caso dopo il passaggio dell'inchiesta da Ascoli a Teramo per competenza territoriale) avranno la perizia assegnata sul telefonino di Melania, che resta uno degli indizi più importanti.
Secondo gli accertamenti fatti dai carabinieri del Ros, infatti, il cellulare della donna quel giorno non avrebbe mai agganciato la cella di Colle San Marco, ma solo quella di Ripe di Civitella. Un dato chiaro che però s'innesca in un contesto tecnologico complesso visto che in quella zona a cavallo tra Ascoli e Teramo si verifica un fenomeno di sovraccarico delle celle telefoniche che non consente una esatta localizzazione degli apparecchi. Proprio per questo la procura teramana ha affidato a degli esperti di telecomunicazioni una perizia su telefonini e celle telefoniche. La perizia non è stata ancora depositata, ma secondo alcune indiscrezioni anche i periti, così come i carabinieri del Ros, avrebbero accertato che l'apparecchio della vittima il giorno del delitto abbia agganciato solo la cella di Ripe di Civitella. La procura teramana ha annunciato l'intenzione di voler chiudere l'indagine entro l'anno. Nei giorni scorsi la Cassazione ha confermato che Parolisi deve restare in carcere per i gravi indizi di colpevolezza.
La perizia fatta fare sulle scarpe che la donna indossava nel bosco di Ripe da qualche giorno è nelle mani degli inquirenti teramani. In duecento pagine gli esperti botanici nominati non danno risposte certe, ma sostengono che i pollini calpestati dalle scarpe della donna non sono compatibili con quelli esistenti a Colle San Marco, il pianoro ascolano in cui secondo i tecnici ci sarebbero delle microspore di piante particolari localizzate solo in quell'area e quindi facilmente identificabili.
Nella loro relazione i botanici sostengono, invece, che le tracce di polline trovate sotto le scarpe di Melania sono compatibili con quello del bosco di Ripe dove è avvenuto il delitto. Gli esperti, però, più volte sottolineano che si tratta di compatibilità e non di certezze. E' evidente che la perizia getta un'altra ombra sul racconto fatto dal caporal maggiore Parolisi, in carcere da luglio con l'accusa di omicidio volontario aggravato. L'uomo ha sempre raccontato che quel giorno ha portato moglie e figlia sul pianoro ascolano e che da qui ha visto Melania sparire mentre cercava un bagno. Ma nessun testimone presente a Colle San Marco quel giorno ha visto la donna. E tra qualche giorno i pm teramani Davide Rosati e Greta Aloisi (che indagano sul caso dopo il passaggio dell'inchiesta da Ascoli a Teramo per competenza territoriale) avranno la perizia assegnata sul telefonino di Melania, che resta uno degli indizi più importanti.
Secondo gli accertamenti fatti dai carabinieri del Ros, infatti, il cellulare della donna quel giorno non avrebbe mai agganciato la cella di Colle San Marco, ma solo quella di Ripe di Civitella. Un dato chiaro che però s'innesca in un contesto tecnologico complesso visto che in quella zona a cavallo tra Ascoli e Teramo si verifica un fenomeno di sovraccarico delle celle telefoniche che non consente una esatta localizzazione degli apparecchi. Proprio per questo la procura teramana ha affidato a degli esperti di telecomunicazioni una perizia su telefonini e celle telefoniche. La perizia non è stata ancora depositata, ma secondo alcune indiscrezioni anche i periti, così come i carabinieri del Ros, avrebbero accertato che l'apparecchio della vittima il giorno del delitto abbia agganciato solo la cella di Ripe di Civitella. La procura teramana ha annunciato l'intenzione di voler chiudere l'indagine entro l'anno. Nei giorni scorsi la Cassazione ha confermato che Parolisi deve restare in carcere per i gravi indizi di colpevolezza.
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