Parolisi: dei trans non so niente

Il caporal maggiore nega contatti sul pc e si affida al perito di Garlasco

TERAMO. «Non ho mai chattato con i trans. Non c'è stato nessun contatto consapevole e diretto». Salvatore Parolisi si affida ai legali per dire che quelle tracce trovate nel suo pc non sono riconducibili a lui. Lo fa dal carcere durante il colloquio settimanale con i difensori. «E' abituato al fango, ma per questo aspetto è davvero molto amareggiato» dice l'avvocato Nicodemo Gentile. Parolisi - imputato dell'omicidio della moglie Melania Rea uccisa con 35 coltellate nel bosco di Ripe - sostiene di non aver mai chattato con i trans. O almeno di non averlo fatto sapendolo. E la difesa si affida ad uno dei periti del caso Garlasco (quello della famiglia Poggi) per smontare la dettagliata perizia fatta dagli esperti del Ros sull'hard disk del computer del caporal maggiore.

«Il nostro perito Paolo Reale», aggiunge Gentile, «ha già acquisito la copia forense dell'hard disk e ci sta lavorando. Ha già trovato nella relazione del Ros molte situazioni anomali e sicuramente meritevoli di approfondimenti». Un computer, quello di Parolisi, che ha svelato molti segreti, anche quelli che, per l'accusa, l'uomo avrebbe cancellato. Secondo i Ros, infatti, ogni volta che il militare chattava con siti trans provvedeva a far sparire tutto con appositi programmi. Per recuperare il contenuto di quei messaggi i militari sono andati anche alla Microsoft.

Non è emerso nulla che possa avere una relazione diretta con l'omicidio di Melania, ma è evidente che queste rivelazioni servono ai pm Davide Rosati e Greta Aloisi per puntellare ulteriormente l'impianto accusatorio che sostiene il movente passionale, laddove le indagini rivelano un matrimonio in frantumi e un imputato che dopo la scomparsa della moglie ha dei comportamenti quantomeno inquietanti visto che il 20 aprile, mentre tutti cercano Melania, va in caserma e chatta con siti trans.

Per i magistrati teramani, infatti, resta il movente passionale: Parolisi ha ucciso perchè ormai stretto in un imbuto tra la moglie e la relazione con Ludovica, la sua amante soldatessa a cui aveva assicurato che stava per separarsi da Melania e che quel fine settimana dell'aprile dell'anno scorso sarebbe andato ad Amalfi per farsi presentare ai suoi genitori. Per conoscere il suo destino processuale Parolisi dovrà attendere l'udienza del 12 marzo, quella fissata dal gip Marina Tommolini per decidere sul giudizio abbreviato.

Trattandosi di un abbreviato condizionato ad una perizia il gip deciderà nel contraddittorio delle parti: pm, difesa e parte lesa. Davanti all'imputato Parolisi il magistrato deciderà se concedere l'abbreviato condizionato ad una super perizia sull'ora della morte, così come chiesto dalla difesa del caporal maggiore pronta a scardinare l'accusa mettendo in discussione proprio uno dei suoi capisaldi: l'ora della morte della giovane mamma di Somma Vesuviana. Da qualche giorno, intanto, Parolisi condivide la cella di Castrogno con un altro militare: si tratta di Francesco Tuccia, il giovane originario di Avellino, accusato di aver violentato una studentessa davanti ad una discoteca di Pizzoli.

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