Parolisi, ecco perché il giudice nega il sequestro dei soldi

Le motivazioni del no alla richiesta della parte civile: dimostra interesse per la figlia e non intacca il patrimonio

TERAMO. Una polizza vita a favore della figlioletta e nessun prelievo consistente che possa far pensare ad un depauperamento del patrimonio: sono queste, in sintesi, le motivazioni con cui il gip Domenico Canosa ha respinto la richiesta di sequestro conservativo dei 137mila euro di Salvatore Parolisi, il caporal maggiore dell’esercito che in primo grado è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Melania Rea, uccisa con 35 coltellate nel bosco di Ripe. Una richiesta fatta dall’avvocato Mauro Gionni, parte civile in rappresentanza della piccola.

«Non sono state evidenziate ad opera dell’istante», si legge nel provvedimento del giudice, «condotte, anche precedenti, quali ad esempio prelievi consistenti (e immotivati) che possano far temere finalità “distrattive” del patrimonio mobiliare e tra i beni mobili dell’imputato compare una polizza vita stipulata in favore della bambina, indice (unitamente alle reiterate richieste di colloquio) dell’interesse verso la piccola; non sembrano evidenziarsi situazioni dalle quali inferire il venir meno della garanzia patrimoniale generica fornita dal cespite inglobante la stragrande maggioranza del patrimonio mobiliare di Parolisi, l’investimento assicurativo finanziario per euro 90mila e 500, essendo quest’ultimo, unico titolare del medesimo, detenuto e, quindi, anche secondo quanto consta a quest’ufficio, nell’impossibilità di porre in essere, personalmente e per interposta persona, condotte distrattive delle somme in parola».

E’ la seconda volta che un giudice dice no al sequestro dei soldi del caporal maggiore Parolisi. Già a marzo, quindi prima ancora dell’inizio del processo, l’allora gip Marina Tommolini (davanti a cui si è svolto il rito abbreviato concluso con la condanna di Parolisi) aveva rigettato la richiesta presentata sempre dalla parte civile a nome della figlioletta.

Si tratta, complessivamente, di 137mila euro che provengono soprattutto dal pagamento delle missioni all’estero del militare. Il legale aveva chiesto anche il sequestro del trattamento di fine rapporto del militare (almeno di quello sin qui maturato). A favore della bimba il giudice Tommolini ha riconosciuto, così come scritto nel dispositivo di sentenza del 26 ottobre, una provvisionale di un milione di euro. Ma per poter eseguire il provvedimento bisognerà aspettare il deposito delle motivazioni della sentenza, previste entro 90 giorni.(d.p.)

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