Parolisi in carcere abbraccia la sua famiglia

I genitori e la sorella gli consegnano i disegni della figlioletta

TERAMO. Salvatore Parolisi incontra la sua famiglia e tocca con mano i disegnini di sua figlia. La vede nella sala colloqui del carcere teramano di Castrogno dove è rinchiuso dal mese di agosto. Ieri mattina il caporal maggiore - accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea con 35 coltellate nel bosco di Ripe - ha incontrato i genitori, la sorella Francesca e il marito di quest'ultima. I famigliari gli hanno portato i disegni di sua figlia, la bambina di due anni che Parolisi non vede da agosto.

Il caporal maggiore, che ha sempre detto di essere innocente e di aver visto per l'ultima volta Melania allontanarsi in cerca di un bagno sul pianoro di Colle San Marco, lunedì prossimo comparirà davanti al gip Marina Tommolini che deve decidere se concedere il rito abbreviato condizionato ad una perizia chiesto dalla difesa.

Trattandosi di un abbreviato condizionato ad una perizia il gip deciderà nel contraddittorio delle parti: pm, difesa e parte lesa. Davanti all'imputato il magistrato deciderà se concedere l'abbreviato condizionato ad una super perizia sull'ora della morte, così come chiesto dalla difesa del caporal maggiore pronta a scardinare l'accusa mettendo in discussione proprio uno dei suoi capisaldi: l'ora della morte della giovane mamma di Somma Vesuviana. La difesa, inoltre, ha chiesto anche che vengano risentiti alcuni testimoni: tra questi lo studente che ha scattato le foto sul pianoro di Colle San Marco nell'ora in cui Parolisi dice di essere nell'area delle altalene. Ma in quelle foto di lui non c'è traccia.

Da qualche giorno, intanto, il caporal maggiore condivide la cella con un altro militare: si tratta di Francesco Tuccia, il giovane originario di Avellino accusato di aver violentato una studentessa davanti ad una discoteca di Pizzoli. Entrambi sono rinchiusi nella sezione protetti di Castrogno.

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