Parolisi, la procura indaga anche sui trans

Il delitto di Melania: nuovo rapporto dei Ros sui contatti on line

TERAMO. Salvatore Parolisi dal carcere si difende («non ho mai chattato con i trans»), ma la procura teramana indaga anche su questo. Ieri mattina i carabinieri dei Ros hanno riconsegnato un rapporto ai pm Davide Rosati e Greta Aloisi proprio sui transessuali rintracciati nei siti che hanno lasciato traccia nel pc di Parolisi. L'indagine è stata chiesta dalla procura dopo che dal computer del caporal maggiore - accusato dell'omicidio della moglie Melania Rea uccisa con 35 coltellate nel bosco - sono emersi contatti.

L'obiettivo dei magistrati era capire se qualcuno di quelli raggiunti da Parolisi potesse aver avuto un coinvolgimento in qualche fase del delitto, forse nell'azione di depistaggio nel bosco. Ma le indagini lo hanno escluso. La difesa si è affidata ad uno dei periti del caso Garlasco (quello della famiglia Poggi) per smontare la dettagliata perizia fatta dagli esperti del Ros sull'hard disk del computer del caporal maggiore.

Per conoscere il suo destino processuale Parolisi dovrà attendere l'udienza del 12 marzo, quella fissata dal gip Marina Tommolini per decidere sul giudizio abbreviato. Trattandosi di un abbreviato condizionato ad una perizia il gip deciderà nel contraddittorio delle parti: pm, difesa e parte lesa. Davanti all'imputato Parolisi il magistrato deciderà se concedere l'abbreviato condizionato ad una super perizia sull'ora della morte, così come chiesto dalla difesa del caporal maggiore pronta a scardinare l'accusa mettendo in discussione proprio uno dei suoi capisaldi: l'ora della morte della giovane mamma di Somma Vesuviana.

Da qualche giorno, intanto, Parolisi condivide la cella di Castrogno con un altro militare: si tratta di Francesco Tuccia, il giovane originario di Avellino, accusato di aver violentato una studentessa davanti ad una discoteca di Pizzoli.

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