Parolisi: Melania mi sorride nei sogni
Il caporal maggiore scrive ai genitori: sono innocente, credo nella giustizia divina
TERAMO. «Melania è nei miei sogni, mi è vicina e mi sorride»: così Salvatore Parolisi scrive ai genitori. Il caporal maggiore - unico imputato del delitto della moglie uccisa con 35 coltellate nel bosco di Ripe - firma l'ennesima lettera dal carcere. Destinatari il padre e la madre. A loro parla dei suoi sogni con Melania e, ancora una volta, torna a gridare la sua innocenza. «Oggi più che mai», scrive, «credo in Dio e nella giustizia divina. Dio vede e provvede e sa della mia innocenza. Prima o poi farà giustizia».
Ma Parolisi nella missiva trova anche lo spazio per fare una raccomandazione ai suoi genitori: niente più tv. «Non voglio che vi esponiate in televisione», puntualizza, «vi chiedo scusa per il modo in cui queste persone senza rispetto ed educazione si sono accanite sulla nostra famiglia. Sono accecati dall'odio nei miei confronti per aver tradito Melania. Non lasciate che queste persone vi annebbino la vista rovinando i vostri valori morali. Non voglio più vedere nei vostri volti rabbia e delusione. So che Melania mi è vicina come so che le mancate tanto anche voi. Nei miei sogni vi abbraccia tutti».
Parolisi si prepara ad affrontare le nuove tappe che scandiscono il processo in corso con il rito abbreviato. L' 11 maggio iniziano le operazioni della super perizia affidata dal giudice con l'obiettivo di fare chiarezza sull'ora della morte. Con i consulenti del gip ci saranno quelli dell'accusa, della difesa e della parte civile.
Ma non si dovrà accertare solo l'ora della morte. Tra i quesiti chiesti dal gip Marina Tommolini anche il Dna lasciato bocca di Melania (per la procura quello di Parolisi). Un elemento diventato un esperimento scientifico della parte civile. Nei giorni scorsi, infatti, quaranta coppie si sono baciate per stabilire proprio i tempi di permanenza del Dna sulle labbra. Lo hanno fatto davanti alla genetista Marina Baldi, il consulente nominato dalla famiglia Rea rappresentata dall'avvocato Mauro Gionni. Il risultato dell'esperimento sarà consegnato anche i consulenti del gip. L'obiettivo della parte civile è quello di dimostrare che l'ultima persona che Melania ha visto è stato il marito. La perizia medico legale, infatti, sostiene che sulle labbra e sulle gengive della donna è stato trovato il Dna del marito. Secondo il medico legale Adriano Tagliabracci sono tracce lasciate poco prima della morte e lì rimaste per sempre perchè il movimento della lingua e la saliva non potevano più cancellarle.
Per l'accusa sono la prova che Parolisi era con la moglie non bosco di Ripe. Una tesi confutata dai periti dalla difesa secondo cui ci sono diverse interpretazioni scientifiche dei tempi di permanenza del Dna in bocca. Intanto sull'altro fronte giudiziario il caporal maggiore si appresta a ricorrere alla Cassazione per riavere la figlia dopo che la Corte d'Appello di Napoli gli ha sospeso la potestà genitoriale fino alla fine del processo. Solo all'esito Parolisi potrà sapere se continuare ad essere padre.
Ma Parolisi nella missiva trova anche lo spazio per fare una raccomandazione ai suoi genitori: niente più tv. «Non voglio che vi esponiate in televisione», puntualizza, «vi chiedo scusa per il modo in cui queste persone senza rispetto ed educazione si sono accanite sulla nostra famiglia. Sono accecati dall'odio nei miei confronti per aver tradito Melania. Non lasciate che queste persone vi annebbino la vista rovinando i vostri valori morali. Non voglio più vedere nei vostri volti rabbia e delusione. So che Melania mi è vicina come so che le mancate tanto anche voi. Nei miei sogni vi abbraccia tutti».
Parolisi si prepara ad affrontare le nuove tappe che scandiscono il processo in corso con il rito abbreviato. L' 11 maggio iniziano le operazioni della super perizia affidata dal giudice con l'obiettivo di fare chiarezza sull'ora della morte. Con i consulenti del gip ci saranno quelli dell'accusa, della difesa e della parte civile.
Ma non si dovrà accertare solo l'ora della morte. Tra i quesiti chiesti dal gip Marina Tommolini anche il Dna lasciato bocca di Melania (per la procura quello di Parolisi). Un elemento diventato un esperimento scientifico della parte civile. Nei giorni scorsi, infatti, quaranta coppie si sono baciate per stabilire proprio i tempi di permanenza del Dna sulle labbra. Lo hanno fatto davanti alla genetista Marina Baldi, il consulente nominato dalla famiglia Rea rappresentata dall'avvocato Mauro Gionni. Il risultato dell'esperimento sarà consegnato anche i consulenti del gip. L'obiettivo della parte civile è quello di dimostrare che l'ultima persona che Melania ha visto è stato il marito. La perizia medico legale, infatti, sostiene che sulle labbra e sulle gengive della donna è stato trovato il Dna del marito. Secondo il medico legale Adriano Tagliabracci sono tracce lasciate poco prima della morte e lì rimaste per sempre perchè il movimento della lingua e la saliva non potevano più cancellarle.
Per l'accusa sono la prova che Parolisi era con la moglie non bosco di Ripe. Una tesi confutata dai periti dalla difesa secondo cui ci sono diverse interpretazioni scientifiche dei tempi di permanenza del Dna in bocca. Intanto sull'altro fronte giudiziario il caporal maggiore si appresta a ricorrere alla Cassazione per riavere la figlia dopo che la Corte d'Appello di Napoli gli ha sospeso la potestà genitoriale fino alla fine del processo. Solo all'esito Parolisi potrà sapere se continuare ad essere padre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA