Parolisi, minacce di morte da un mafioso

Gli scrive dal carcere: «Ti avrei ucciso con le mie mani». Sequestrata la lettera

TERAMO. Salvatore Parolisi minacciato di morte da un mafioso. Per il caporal maggiore, imputato dell'omicidio della moglie Melania Rea, non solo lettere di ammiratrici. In carcere è giunta la missiva di un uomo detenuto nel carcere di Cosenza per reati di 'ndrangheta. La lettera è stata sequestrata dalla procura, insieme a tutta la corrispondenza ricevuta dall'uomo accusato di aver ucciso la moglie con 35 coltellate. Ora è parte integrante dei dieci faldoni dell'inchiesta sull'omicidio di Ripe. In calce nome e cognome dell'uomo di cui è stata accertata l'identità.

«Peccato che non ti hanno mandato in questo carcere perchè ti avrei ucciso con le mie mani», scrive, «Le donne non si toccano mai. Ma forse un giorno ci incontreremo e allora saprò cosa fare».

Intanto è atteso per oggi il provvedimento del gip Marina Tommolini sulla richiesta di arresti domiciliari fatta dai difensori del militare. La procura ha dato il proprio parere negativo perchè l'uomo potrebbe continuare ad inquinare le prove. In attesa di conoscere la decisione del giudice sulla concessione del giudizio abbreviato condizionato ad una super perizia, gli avvocati Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, hanno chiesto che il loro assistito possa attendere il processo nella casa dei suoi genitori, in Campania.

Una richiesta motivata con il venir meno delle esigenze cautelari: per i legali essendo l'inchiesta chiusa, il pericolo di inquinamento delle prove sarebbe venuto meno. Tantomeno esisterebbe un pericolo di reiterazione del reato. Ma in questo contesto va ricordato il pronunciamento della Cassazione. Il 28 novembre i giudici della Suprema corte hanno confermato la necessità della carcerazione preventiva del caporale e nelle motivazioni hanno scritto: «Parolisi è pericoloso, una pericolosità specifica sia processuale che criminale desumibile, oltre che dalla particolare gravità ed efferatezza del delitto contestato, anche dal depistaggio posto in essere successivamente e dal deturpamento del cadavere».

Il caporal maggiore è detenuto dallo scorso 19 luglio e di recente è stato trasferito nella sezione protetti della casa circondariale di Teramo. Per conoscere il suo destino processuale Parolisi dovrà attendere l'udienza del 12 marzo, quella fissata in camera di consiglio dal gip Tommolini per decidere sul giudizio abbreviato. Trattandosi di un abbreviato condizionato ad una perizia il gip deciderà nel contraddittorio delle parti: pm, difesa e parte lesa. Davanti all'imputato Parolisi il giudice deciderà se concedere l'abbreviato condizionato ad una super perizia sull'ora della morte, così come chiesto dalla difesa del caporal maggiore pronta a scardinare l'accusa mettendo in discussione proprio uno dei suoi capisaldi: l'ora della morte della giovane mamma di Somma Vesuviana.

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