Parolisi, prima partita a pallone in carcere

Il caporal maggiore imputato dell'omicidio di Melania gioca con gli altri detenuti

TERAMO. Non più solo libri e palestra, ma anche un po' di calcio. Il detenuto Salvatore Parolisi, da 263 giorni in carcere con l'accusa di aver ucciso la moglie Melania Rea con 35 coltellate, ha giocato a pallone con gli altri reclusi di Castrogno. Per il caporal maggiore imputato di omicidio pluriaggravato è stata la prima volta. La partita si è svolta nel campetto interno del penitenziario: detenuti contro detenuti.

Parolisi, arrivato nel carcere teramano ad agosto dopo venti giorni trascorsi in quello di Ascoli, divide la cella con Francesco Tuccia, il militare di Avellino indagato per la violenza sessuale e il tentato omicidio di una studentessa davanti ad una discoteca di Pizzoli. Il caporal maggiore resterà a Castrogno fino alla conclusione del processo. A febbraio il giudice Marina Tommolini ha respinto gli arresti domiciliari chiesti dalla difesa, sottolinenando il pericolo di inquinamento delle prove ed escludendo che Parolisi «sia stato un marito ed un padre modello».

Dopo quelli del tribunale del Riesame e della Cassazione, dunque, un altro giudice ha detto no alla scarcerazione del caporal maggiore. Intanto dai Ris è arrivata la certezza che i tre macedoni non siano mai stati nel bosco di Ripe, quello in cui è stata uccisa Melania. Il loro Dna, infatti, non è compatibile con quello trovato sul corpo di Melania. E' questo l'esito di un primo confronto eseguito dai carabinieri su richiesta della procura. In particolare il campione di Dna degli operai è stato confrontato con una piccola traccia di Dna maschile trovata sulla giacca della vittima: una delle poche non riconducibili al marito.

La verifica del Dna dei macedoni, due fratelli e il figlio di uno di loro, era stata chiesta dal giudice Tommolini quale atto investigativo ulteriore nell'ambito del procedimento con rito abbreviato per Parolisi. I tre saranno ascoltati nell'udienza del 30 maggio. Non è escluso che, in quella data, il magistrato possa chiedere ai suoi consulenti di fare un altro test del Dna. (d.p.)

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