Parolisi, sequestrati coltelli e siringhe

Le immagini della perquisizione nella casa della coppia prima dell'arresto del militare

TERAMO. Le foto sorridenti di Melania alle pareti, i panni stirati, il menu della bambina, ma anche i coltelli affilati, le carte telefoniche, la siringa usa e getta: il prima e il dopo di una vita cancellata da 35 coltellate si srotolano nelle istantanee di una perquisizione. Immagini inedite. E' l'8 luglio del 2011 quando i carabinieri tornano nella casa di Folignano con Salvatore Parolisi che è indagato per l'omicidio della moglie: sarà arrestato dieci giorni dopo. I pm della procura di Ascoli (che hanno indagato prima che il caso passasse a Teramo per competenza territoriale) stanno per chiedere l'arresto del caporal maggiore, ma prima dispongono un'altra perquisizione nella casa della coppia. Cercano indizi chiave, a cominciare dall'arma del delitto mai trovata. Per questo i carabinieri del Ros sequestrano alcuni coltelli nella cucina dell'appartamento. Per più di tre ore i militari passano al setaccio l'alloggio, nel minuzioso tentativo di trovare il bandolo di una matassa che appare sempre più intricata. Il video di quella perquisizione è stato trasmesso nel corso di Quarto Grado, la trasmissione di Retequattro.

OCCHIALI E PC. La prima cosa che colpisce è il computer, quello che svelerà la relazione con Ludovica e i tentativi falliti di cancellare ogni traccia di quel rapporto. Poi ci sono gli occhiali, anche quelli finiti nell'inchiesta. Salvatore indossa quelli di Melania. Si scopre che la donna ne aveva due, quasi uguali. Quelli che indossava la mattina del delitto, quelli ripresi dalla telecamera del supermercato di Ascoli che la ritrae per l'ultima volta in vita, non sono stati ritrovati sul luogo dell'omicidio. Che fine hanno fatto? COLTELLI E ORI. Nella piccola cucina dell'appartamento di Folignano i carabinieri cercano coltelli e misurano la lama di alcuni. Quello con cui Melania è stata colpita per ben 35 volte non è stato mai trovato. I carabinieri ne portano via alcuni per farli controllare dagli esperti del Ris: un esame il cui esito sarà negativo. Su questi coltelli sequestrati nella cucina nessuna traccia di sangue. Ci sono poi i gioielli di Melania: alcuni anelli, degli orecchini, qualche catenina. Anche questi finiscono sotto sequestro per essere esaminati.

SCARPE E SIRINGHE. I carabinieri cercano i vestiti e le scarpe di Parolisi. Se è stato lui ad uccidere la moglie dove sono finiti gli abiti che inevitabilmente si sono macchiati di sangue? Frugano negli armadi e nel box auto, portano via dei giubbotti per mandarli ai Ris. Le suole di un paio di scarpe da ginnastica e quelle di un paio di stivali da militari vengono misurate sul posto. I militari cercano raffronti con le impronte trovate nel bosco di Ripe. Dal bagno portano via anche una siringa per confrontarla con quella conficcata sul corpo di Melania, una siringa che per gli investigatori è stata lasciata dall'assassino per depistare.

LETTERE E FOTO. In camera da letto spuntano bigliettini e lettere. Sono quelli di Melania: messaggi d'amore per il suo Salvatore, per la sua bambina. C'è anche la lettera con cui la donna perdona il marito dopo aver scoperto la relazione con l'altra. Tante parole per dire che si può ricominciare, che si deve ricominciare anche per una bambina. Melania la custodiva in una cassetta nascosta in camera da letto, insieme ai bigliettini scritti da lei anche per conto di sua figlia. Lettere dal passato. Nel presente c'è un uomo rinchiuso in carcere con l'accusa di aver ucciso la moglie con 35 coltellate. Parolisi, che ha sempre detto di essere innocente e di aver visto per l'ultima volta Melania allontanarsi in cerca di un bagno sul pianoro di Colle San Marco, lunedì prossimo comparirà davanti al gip Marina Tommolini che deve decidere se concedere il rito abbreviato condizionato ad una perizia chiesto dalla sua difesa.

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