Pascal-Comi: addio gite per mille ragazzi
Niente soldi alle scuole: si espande a macchia d’olio la protesta dei docenti, dopo il Milli anche l’Itc deve tagliare
TERAMO. Dopo il Milli anche il Pascal-Comi azzera pagellini, gite scolastiche e laboratori per mille studenti aderendo alla protesta dei professori che si sta estendo a macchia d'olio in tutte le scuole superiori cittadine. Lunedì scorso gli insegnanti dell'istituto tecnico commerciale teramano si sono riuniti in assemblea straordinaria ,e con una mozione votata a maggioranza assoluta, hanno deciso lo stop di tutte le attività extracurriculari. In un articolato documento i professori hanno spiegato le ragioni del gesto a famiglie, media e istituzioni scolastiche. Numerose le problematiche che hanno scatenato la decisione, a testimonianza di un malessere troppo a lungo sottovalutato: i docenti parlano di «blocco quadriennale del rinnovo contrattuale; non recupero degli scatti di anzianità, anche ai fini pensionistici; innalzamento inverosimile dell'età pensionabile in un settore, come quello dell'istruzione, in cui le condizioni psicofisiche del lavoratore sono essenziali per l'equilibrio e la qualità della prestazione professionale». Gli insegnanti puntano il dito anche contro l'ennesimo taglio delle risorse economiche destinate ai fondi d'istituto delle scuole statali, con il conseguente azzeramento dell'offerta formativa autonoma del sistema scolastico pubblico. Ad aumentare i disagi ci sarebbero poi «il sistematico innalzamento del numero degli alunni per classe, anche in presenza di handicap, con conseguente spersonalizzazione e abbassamento della qualità didattica» e ancora «gli accorpamenti di istituti, operati con gli ultimi dimensionamenti, che hanno fuso in strutture amministrative uniche delle realtà formative a volte profondamente diverse, per ambiti d'età o di formazione». La protesta è a tutto tondo: i docenti contestano anche le modalità di bando del concorsone, che negherebbe la possibilità di inserimento in ruolo, e quindi di ricambio generazionale, a tanti precari di consolidata e sofferta esperienza. Perplessità e dubbi inoltre sulla bozza Aprea e sull'innalzamento dell'orario scolastico settimanale a 24 ore, «senza retribuzione aggiuntiva e senza contrattazione» sottolineano. Quest'ultimo articolo sarebbe stato ritirato dal Ministro, ma gli insegnanti spiegano: «Se ne avrà la certezza solo in sede di discussione parlamentare». Professori in protesta da una parte, alunni dall'altra: quel che resta e che si prospetta per la scuola, svuotata sempre più delle sue funzioni, è una debacle.
Emanuela Michini
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