Pastore e Tancredi nella fronda del Pdl

Porta anche la firma di due senatori abruzzesi il documento con il quale una trentina di parlamentari del Pdl lancia la fronda «Oltre il Pdl»: sono Andrea Pastore e Paolo Tancredi

PESCARA. Porta anche la firma di due senatori abruzzesi il documento con il quale una trentina di parlamentari del Pdl lancia la fronda «Oltre il Pdl». Sono Andrea Pastore e Paolo Tancredi i quali rintracciati al telefono dal Centro, ritengono che quella che a livello nazionale è stata definita una sorta di rivolta nel Pdl contro le strategie del segretario Angelino Al- fano, sia un contributo che va nella direzione riformatrice e necessaria intrapresa dallo stesso Alfano. «Non c’è nessuna fronda, semmai c’è una sottolineatura del momento politico che riguarda sia l’attività di governo che il mondo dei partiti che sono irrinunciabili in un sistema democratico, anche se oggi assistiamo alla loro polverizzazione», afferma Pastore. «Quando diciamo che bisogna andare oltre il Pdl», gli fa eco il collega Tancredi, «alludiamo al fatto che è chiaro che quanto successo a livello politico ha cambiato l’alleanza e che quindi il partito deve ingrandirsi in un altro quadro con nuove alleanze, così come sta facendo Alfano».

GRANDI MANOVRE. Di certo c’è che i partiti hanno avviato le Grandi manovre in vista della prossime elezioni. Il documento del Pdl, che vede prima firmatari Beppe Pisanu e Lamberto Dini, segue l’accelerazione dell’Udc sulla nascita del “Polo della nazione”, mentre già si parla di una lista del ministro Passera con Riccardi e Moavero. Per non parlare del corteggiamento di Silvio Berlusconi a Montezemolo.

NUOVA CASA. Pisanu e Lamberto Dini hanno scritto un manifesto per una nuova casa dei liberaldemocratici in un nuovo scenario politico basato su due soggetti forti e alternativi tra loro ma non più caratterizzato da logiche di contrapposizioni pregiudiziali. L’obiettivo è gettare le basi per un’alleanza con il Terzo Polo di Casini e Fini. Che subito hanno applaudito all’iniziativa. Per Crosetto (Pdl) invece si tratta del «bacio della morte » a Pisanu. La fronda raccoglie la firma di 27 senatori del Pdl, ma nel partito di Berlusconi sono tanti che guardano con favore la proposta. «Se Beppe vuole aiutarci a costruire la sezione Italia del Ppe bene! Costruire la grande casa dei moderati è il percorso a cui sto lavorando anch’io», assicura Alfano.

IL MANIFESTO. Nel documento si legge che «il Pdl può essere il motore principale di tale processo ma non può pretendere di guidarlo da solo: siamo convinti che il meglio della sua esperienza politica si salva soltanto con la partecipazione, insieme ad altri, ad un nuovo movimento liberaldemocratico, laico e cattolico». I frondisti chiedono di accelerare su riforme e legge elettorale per «non perdere una storica occasione per il rinnovamento dei partiti ». In una spietata analisi della crisi dei partiti «caduti così in basso nella stima dei cittadini», i frondisti spiegano che con la nascita del governo dei tecnici e l’esplosione della questione morale, il sistema politico italiano si è disarticolato: il bipolarismo è saltato e i partiti procedono in ordine sparso». L’idea è di puntare su un sistema elettorale proporzionale ma «a effetto maggioritario» che porti alla nascita di due grandi partiti a vocazione maggioritaria, alternativi ma pronti a collaborare ove, come oggi, ve ne fosse la necessità.

PASTORE. Per Pastore la casa dei moderati dev’essere comunque diversa da quella pensata da Casini e aperta a forze diverse dal Pdl, anche della Lega, una volta superati i contrasti. «L’operazione è verticistica, ma purtroppo il verticismo è una caratteristica degli ultimi 30 anni di storia», sostiene il senatore pescarese: «Però nella base, tra gli elettori, c’è una sensibilità verso questi problemi, perché lo sfaldamento dei partiti tradizionali porta anche a una frammentazione a livello locale». Pastore prevede che le adesioni cresceranno, anche in Abruzzo: «Leggendo il documento, l’adesione è abbastanza ovvia per un membro del Pdl. Oggi si parla solo di tasse e di pareggio di bilancio. Noi parliamo di riforme costituzionali e di intervento economico, non sulle tasse, ma sul debito che va abbattuto per poter ridurre le tasse, cosa che Monti non sta facendo».

TANCREDI. Paolo Tancredi fa un altro tipo di considerazione politica in riferimento ai firmatari del documento: «Ci sono amici come Pisanu e come Saia che avevano preso una posizione di distacco in passato e poi altri che sono rimasti in linea, questo significa che è stato il documento a rimetterli insieme, a spingere cioè Pisanu e Saia a fare un passo verso di noi, non il contrario. Non c’è quindi alcun animo frondista ». Per il senatore teramano i firmatari sono legati dalla consapevolezza di far parte di un’area politica comune, di dover puntare sulla riforma, di rafforzare la politica di rigore che sta applicando Monti, e che bisogna immaginare una legge elettorale che consenta una grande coalizione «che non deve essere necessariamente tecnica». Il senatore teramano nell’area moderata include anche rappresentanti del Pd «perché i provvedimenti di Monti spaccano più le coscienze del Pd che le nostre». E in Abruzzo il documento è stato discusso? «Sono due mesi che gira questo manifesto nel partito, ne ho parlato con tutti». Anche con il coordinatore regionale del Pdl, il senatore Filippo Piccone? «No, con Piccone no, ma sono sicuro che lui lo conosce e che lo avrebbe firmato se non avesse avuto problemi di salute e fosse stato al Senato».

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