Pd, Di Pasquale e Di Sabatino rompono gli indugi sulle primarie
Si candiderebbero «volentieri». Ginoble attacca: non possono votare solo gli elettori di novembre Nel Pdl Gatti annuncia: mi presenterò alle elezioni politiche solo se mi sceglieranno i cittadini
TERAMO. Il Pd aspetta le regole delle primarie. In attesa dei criteri che disciplineranno la consultazione del 29 e 30 dicembre per la scelta dei candidati al parlamento i possibili concorrenti non scoprono le loro carte. L'adozione di un metodo che rimetta ai cittadini il potere di designazione dei propri rappresentanti a Senato e Camera è sollecitato nel centrodestra dall'assessore regionale Paolo Gatti.
All'inizio della prossima settimana il Pd codificherà le regole per le primarie parlamentari. Il deputato uscente Tommaso Ginoble auspica che non siano previste quote riservate a candidati imposti. «Spero che tutti si sottopongano al metodo che abbiamo scelto», afferma, «anche i cosiddetti big». Il riferimento è alla possibile candidatura in Abruzzo del ministro Barca. L'altro cardine, a detta del parlamentare, è la non limitazione del voto agli iscritti nelle liste delle primarie del 25 novembre. «E' necessario garantire», osserva, «la partecipazione più larga possibile». Aspetterà ancora qualche giorno prima di ufficializzare la propria candidatura Vincenzo Di Marco, sindaco di Castellalto che nelle primarie di fine novembre è stato delegato provinciale di Renzi. «Resto a disposizione da uomo del Pd», chiarisce, «nello spirito di realizzare il cambiamento». In attesa c'è anche il sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro. «Sono onorato dalle richieste per la mia candidatura, valuterò nell'interesse del territorio», sottolinea, «ma il dato più importante è che il partito faccia scegliere ai cittadini». Regole e contesto sono fondamentali anche per il capogruppo del partito in Provincia Renzo Di Sabatino: «Se ci saranno le condizioni mi cimenterò volentieri». Da evitare è il "bagno di sangue" tra dirigenti. «Nessuno è buono per tutte le occasioni», fa notare l'ex sindaco di Bellante che si augura un voto aperto, non limitato agli elettori già iscritti «perché questo aumento il contatto con il territorio». La metà dei candidati dovranno essere donne. Manola Di Pasquale, consigliere comunale e presidente regionale del Pd, non nasconde le sue intenzioni: «Mi piacerebbe fare questa esperienza, ma la candidatura va condivisa con la città, il partito e il gruppo consiliare». Lapidaria la valutazione di Stefania Ferri, presidente provinciale del partito. «Ci sono tante cose da verificare», spiega, «dobbiamo incontrarci e individuare le figure più adatte».
Nel centrodestra, dopo il tramonto delle primarie del Pdl, la situazione è tutta da definire. Gatti lega la sua candidatura a due fattori: «Un progetto politico che mi convince e la scelta affidata ai cittadini». L'assessore non è disponibile a entrare in una lista di nominati: «Questo gioco non m'interessa, mi sono sempre confrontato con i cittadini». Altrimenti Gatti è pronto alla ricandidatura in Regione, dove le preferenze degli elettori contano ancora.
Gennaro Della Monica
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