Pd, parte la corsa alla poltrona
Primarie per 5 posti a Roma: sfida Ginoble-Verticelli-Di Sabatino. Fra le donne Di Pasquale e Marcozzi
TERAMO. Il Pd scalda di motori. La direzione nazionale del Pd ha ufficializzato che, probabilmente il 29 e 30 dicembre, si terranno le primarie per scegliere i candidati al parlamento. Una decisione che in effetti il partito teramano aveva già preso nel luglio scorso e che è stata ribadita nel coordinamento dell’altroieri sera, nel quale si è anche deciso che ci sarà un “selection day” per i Comuni della provincia che andranno al voto l'anno prossimo e che vorranno fare le primarie. «Vogliamo mantenere la promessa fatta nell'assemblea del partito a luglio» dichiara il segretario provinciale Robert Verrocchio, «i tempi sono stretti, molto stretti, perché le liste elettorali dovranno essere presentate trenta giorni prima delle elezioni, ma abbiamo deciso di non tradire il messaggio dei tanti votanti che sono venuti ai seggi il 25 novembre e il 2 dicembre. Il Porcellum è una bruttura, e l'unico modo che avevamo per ridare la parola alla gente erano le primarie».
Le primarie sono tutte la “costruire”. Mentre pare chiaro che l’elettorato attivo sarà quello delle precedenti primarie, cioè quelli che si sono iscritti nelle famigerate liste, non è chiaro quali saranno le regole dell’elettorato passivo. Bisogna intanto chiarire se si potranno candidare solo gli iscritti al Pd, quante e quali firme saranno necessarie a supporto della candidatura e i tempi per presentarle. Venerdì si riunirà la direzione regionale che dovrà chiarire parecchi punti. Fra questi anche quanti potranno essere i candidati alle primarie e se sarà applicata anche in questo caso l’alternanza di genere (metà uomini e metà donne). Si possono comunque fare dei primi calcoli. A livello regionale saranno 7 i candidati al Senato e 14 alla Camera, per cui presumibilmente ce ne saranno due teramani al Senato e tre alla Camera. Posto che il Pd vinca e riesca ad avere il 28-30% dei consensi, compreso il premio di maggioranza riuscirà a ottenere 7 seggi alla Camera e 3 al Senato. Determinante sarà dunque la posizione assegnata ai teramani, tenuto conto che si vocifera della candidatura in Abruzzo di Fabrizio Barca, l’uscente ministro della Coesione territoriale.
Fra i nomi che circolano di possibili candidati alle primarie ci sono quelli di Tommaso Ginoble, deputato uscente al primo mandato, dell’ex assessore regionale Marco Verticelli (che pare non abbia manifestato mire in tal senso), del capogruppo in Provincia Renzo Di Sabatino, di Antonio Topitti, ex consigliere provinciale. Ma anche il sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro potrebbe ripensarci e preferire il parlamento alla Regione. Si fa anche il nome del medico Ercole Core, già candidato per la Margherita alla Regione nel 2005. Sul fronte dei renziani possibile candidato è il sindaco di Castellalto Vincenzo Di Marco. Per le donne dei renziani (anche se non ha mai aderito ufficialmente) c’è Manola Di Pasquale, mentre sul fronte di Bersani si fanno i nomi dell’ex sindaco di Sant’Egidio Stefania Ferri, della consigliera di Roseto Raffaella D’Elpidio, di Anna Marcozzi, consigliera a Teramo e responsabile femminile provinciale del partito. Certo è che a un primo sguardo i renziani correranno meno il pericolo di disperdere i voti fra tante candidature. (a.f.)
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