Percorsi da 100 chilometri per i postini
La Uil: tagliate 29 zone di recapito, i portalettere coprono aree enormi. Casi limite a Valle Castellana, Crognaleto e Bellante
TERAMO. Portalettere: merce rara, di questi tempi. Le Poste hanno tagliato, da lunedì scorso, ben 29 zone di recapito in provincia di Teramo. In sostanza le aree di cui si occupa ogni postino adesso sono di meno e sempre più estese.
«Sono state tagliate 29 zone di recapito di cui 11 nell’area interna che fa capo a Teramo», conferma Tonino Di Diodoro, segretario territoriale della Uil Poste, «tutto questo ovviamente implica che i portalettere facciano percorsi più lunghi. E' vero che il volume della corrispondenza è sceso, ma ci sono colleghi costretti a fare oltre 100 chilometri al giorno». Ci sono zone di recapito tanto ampie che nemmeno Valentino Rossi a bordo della sua Yamaha riuscirebbe a servire in un giorno. Ad esempio la zona 65, che grosso modo corrisponde al territorio di Bellante, prevede un percorso giornaliero di 97 chilometri. La zona 42 che fa capo a Crognaleto è ampia ben 111 chilometri. Va ancora peggio al titolare della zona 51 che è di 147 chilometri in territorio di Valle Castellana. «Ho difficoltà a pensare che percorsi del genere si riescano a fare in giornata», commenta il sindacalista, «anche perchè parliamo spesso di zone montane, quindi con strade tortuose e disastrate. Senza contare la difficile percorribilità nei mesi invernali con neve e ghiaccio».
E se le zone interne piangono, la costa non ride. Anche qui ci sono stati tagli pesanti «ad esempio nelle zone di recapito su Roseto che abbraccia anche l'area collinare: ora zona 10 ha un percorso di 48 chilometri e la 9 44 chilometri», spiega Di Diodoro, «riduzioni pesanti anche su Giulianova dove sono state soppresse tre zone di recapito. Per non parlare del centro recapito di Alba Adriatica (che raggruppa Nereto, Colonnella, Corropoli, Martinsicuro, Controguerra, Alba e Tortoreto) che ha visto il taglio di 5 zone su 27. Si tratta di tagli pesanti anche perchè sulla costa non si può certo dire che diminuisce la popolazione e quindi il volume di corrispondenza, come invece ci dicono per le zone di montagna».
La soppressione di tante zone causa portalettere in sovrannumero. «La ricollocazione di queste persone è in itinere», osserva Di Diodoro, «se saranno assorbiti è bene, altrimenti dovremo attivare il fondo di solidarietà con accompagnamento alla pensione di chi potrà accedervi. Non tutti riusciranno a transitare nel mercato privati, cioè negli uffici». La Uil poste è molto critica nei confronti di questa operazione. «Questi tagli arrivano alla fine di una trattativa durata quasi un anno e che ha visto solo la Uil non firmare l'accordo», fa notare il sindacalista, «peraltro seguono ai tagli già fatti due anni fa, nel 2010, quando scomparvero altrettante zone. E potrebbero seguere altri tagli entro ottobre perchè l'azienda ha in mente di iniziare il recapito a giorni alterni per le zone interne: anche lì andremmo a ledere il diritto del cittadino a ricevere la posta quotidianamente. Ricordiamo poi i tagli dell'estate scorsa, concretizzatisi entro fine anno, con la chiusura di 17 uffici postali a cui si aggiungono le razionalizzazioni, in cui gli sportelli rimangono aperti meno giorni a settimana. In definitiva si va riducendo sempre più la qualità dei servizi all’utenza, che anzi spesso viene sottoposta a disagi veri e propri».
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