Perseguita la figlia, condannato a 2 anni
Messaggi di minacce dopo la separazione dalla moglie: «Una coltellata o un colpo di fucile non te li toglie nessuno»
TERAMO. Nella corposa richiesta di giudizio immediato le accuse sono tante: dalle minacce di morte agli appostamenti davanti al luogo di lavoro fino a una microcamera all’ingresso dell’abitazione.
È una sentenza di condanna a due anni e tre mesi (la Pubblica accusa ne aveva chiesti uno e tre) quella con cui la giudice Claudia Di Valerio chiude in primo grado il caso del 74enne teramano finito a processo con l’accusa di stalking sulla figlia. Una vicenda iniziata dopo la separazione dell’uomo dalla moglie e mamma della parte offesa. La difesa è stata rappresentata dall’avvocato Lidia Serroni.
Secondo l’accusa i fatti si sarebbero verificati a partire dal 2015 e si sarebbero interrotti quando la figlia, oggi quarantenne, si è trasferita fuori regione.
Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura e messa nero su bianco nella richiesta di giudizio immediato, dopo la separazione dalla moglie, avvenuta nel 2009, l’uomo – così si legge nell’atto giudiziario – « si sarebbe accanito nei confronti della figlia divenuta proprietaria di un immobile e colpevole di aver sostenuto la madre durante la separazione». Per la Procura l’uomo l’avrebbe minacciata di morte dicendole: «Se non era per te tua madre la tenevo ancora sotto i piedi, prima o poi una coltellata o un colpo di pistola non te lo toglie nessuno, io fino a quando campo non ti darò pace». Sempre secondo l’accusa l’uomo avrebbe fatto vari appostamenti alla figlia davanti al posto di lavoro perseguitandola con messaggi sui social e con pedinamenti. Per la Procura, inoltre, in assenza della figlia si sarebbe introdotto abusivamente nell’abitazione mettendo un microcamera per riprendere l’ingresso dell’abitazione. Tra gli episodi contestati all’uomo anche quello di aver minacciato l’agente immobiliare contattato dalla figlia per vendere l’abitazione. La donna, che nel processo non si è costituita parte civile, ha scelto di andare a vivere in un’altra regione.(d.p.)
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