Perseguitata per mesi dall’ex
Minacce, aggressioni e pedinamenti: scatta l’arresto.
SILVI MARINA. Mesi di pedinamenti, insulti, molestie sessuali e messaggi minacciosi. Il suo ex le ha reso la vita un inferno, fin quando carabinieri e autorità giudiziaria non hanno spedito l’uomo agli arresti domiciliari per stalking.
LA STORIA. La relazione tra i due comincia anni fa a Foggia, città di origine di entrambi. Lui, M.L., oggi ha 47 anni e qualche piccolo precedente con la giustizia; lei 33. Dopo che si trasferiscono a Silvi nasce un figlio che ha tre anni (per tutelare l’identità del minore omettiamo le generalità del padre). Poi la storia finisce perché lui comincia a comportarsi in modo violento e prepotente. L’uomo se ne va di casa e sembra tutto finito, ma non sarà così.
LA PRIMA DENUNCIA. La vittima, già in ottobre, presenta denuncia per stalking nei confronti dell’ex convivente. Da qualche tempo la donna si vede con un giovane di Silvi e questo non va giù al suo ex che, fin dalla scorsa estate, ripete condotte minacciose verso la donna, sia telefonicamente che di persona. In una circostanza arriva a strapparle le mutandine, in un’altra si arrampica sui muri dell’abitazione per spiarla. Messaggi scritti, pedinamenti e molestie cagionano alla vittima un perdurante stato di paura ed ansia. Quando M.L. la vede incontrare l’altro uomo, sono scenate tremende che talora sfociano in vere e proprie aggressioni, anche in luoghi pubblici. A seguito della denuncia, il gip del tribunale di Teramo dispone l’applicazione nei confronti di M.L. del divieto di dimora nel Comune di Silvi.
LE NUOVE MINACCE. Non è finita, neanche stavolta. L’uomo (come da successiva denuncia presentata dalla vittima) viola più volte le prescrizioni che gli sono state imposte. Lo rivelano diversi Sms dal contenuto minaccioso nei quali M.L. cita circostanze che può aver saputo solo stando a Silvi e spiando la donna («Ti ho vista lì, ti ho vista con quello», e così via). Per questo, poiché il comportamento dell’uomo costituisce una minaccia crescente per la persona offesa e poiché appare evidente l’inadeguatezza della misura del divieto di dimora, il gip del tribunale, accogliendo la richiesta del pm Serena Bizzarri, sostituisce il divieto con gli arresti domiciliari a Foggia. I carabinieri della stazione di Silvi, comandati dal maresciallo Antonio Tricarico, giovedì trovano M.L. in zona e lo portano nella sua abitazione di Foggia.
VITA STRAVOLTA. Perché si configuri il reato di stalking non bastano le semplici minacce telefoniche, né molestie occasionali. È necessario ci sia un’autentica persecuzione, che causa una modifica nella vita quotidiana della vittima. Secondo gli inquirenti, in questo caso i presupposti ci sono tutti. «La donna», dice il maresciallo Tricarico, «era arrivata al punto di uscire di casa sempre accompagnata dai genitori. E con l’altro uomo, a causa del suo ex, s’è dovuta lasciare».
LA STORIA. La relazione tra i due comincia anni fa a Foggia, città di origine di entrambi. Lui, M.L., oggi ha 47 anni e qualche piccolo precedente con la giustizia; lei 33. Dopo che si trasferiscono a Silvi nasce un figlio che ha tre anni (per tutelare l’identità del minore omettiamo le generalità del padre). Poi la storia finisce perché lui comincia a comportarsi in modo violento e prepotente. L’uomo se ne va di casa e sembra tutto finito, ma non sarà così.
LA PRIMA DENUNCIA. La vittima, già in ottobre, presenta denuncia per stalking nei confronti dell’ex convivente. Da qualche tempo la donna si vede con un giovane di Silvi e questo non va giù al suo ex che, fin dalla scorsa estate, ripete condotte minacciose verso la donna, sia telefonicamente che di persona. In una circostanza arriva a strapparle le mutandine, in un’altra si arrampica sui muri dell’abitazione per spiarla. Messaggi scritti, pedinamenti e molestie cagionano alla vittima un perdurante stato di paura ed ansia. Quando M.L. la vede incontrare l’altro uomo, sono scenate tremende che talora sfociano in vere e proprie aggressioni, anche in luoghi pubblici. A seguito della denuncia, il gip del tribunale di Teramo dispone l’applicazione nei confronti di M.L. del divieto di dimora nel Comune di Silvi.
LE NUOVE MINACCE. Non è finita, neanche stavolta. L’uomo (come da successiva denuncia presentata dalla vittima) viola più volte le prescrizioni che gli sono state imposte. Lo rivelano diversi Sms dal contenuto minaccioso nei quali M.L. cita circostanze che può aver saputo solo stando a Silvi e spiando la donna («Ti ho vista lì, ti ho vista con quello», e così via). Per questo, poiché il comportamento dell’uomo costituisce una minaccia crescente per la persona offesa e poiché appare evidente l’inadeguatezza della misura del divieto di dimora, il gip del tribunale, accogliendo la richiesta del pm Serena Bizzarri, sostituisce il divieto con gli arresti domiciliari a Foggia. I carabinieri della stazione di Silvi, comandati dal maresciallo Antonio Tricarico, giovedì trovano M.L. in zona e lo portano nella sua abitazione di Foggia.
VITA STRAVOLTA. Perché si configuri il reato di stalking non bastano le semplici minacce telefoniche, né molestie occasionali. È necessario ci sia un’autentica persecuzione, che causa una modifica nella vita quotidiana della vittima. Secondo gli inquirenti, in questo caso i presupposti ci sono tutti. «La donna», dice il maresciallo Tricarico, «era arrivata al punto di uscire di casa sempre accompagnata dai genitori. E con l’altro uomo, a causa del suo ex, s’è dovuta lasciare».