Peschereccio bloccato in Gambia Arrestato il capitano di Silvi
La nave è della società Italfish di Martinsicuro: sequestrata dalle autorità per la misura delle reti. Dopo dieci giorni di fermo e un processo sommario in carcere anche il macchinista. La figlia del marittimo abruzzese: «Lo abbiamo sentito e ci ha detto che sta bene, speriamo che finisca presto»
MARTINSICURO. E’ un peschereccio della Italfish di Martinsicuro quello che una settimana fa è stato sequestrato dalle autorità del Gambia a causa di una presunta violazione nella dimensione delle maglie delle reti. A bordo due italiani: il capitano Sandro De Simone di Silvi Marina e il direttore di macchina Massimo Liberati di San Benedetto del Tronto. I due sono in stato di arresto all’interno della barca ormeggiata nel porto di Banjiul dopo dieci giorni di fermo e una specie di processo sommario.
La nave si chiama Idra Q., iscritta a Mazara del Vallo, ma di proprietà armata della Italfish di Martinsicuro i cui amministratori da giorni sono in Gambia per seguire da vicino la vicenda.
La Federpesca, preoccupata per le sorti di due italiani, ha lanciato un appello: «Solo l'intervento urgente del ministro Maurizio Martina e del ministro Paolo Gentiloni», dichiara Luigi Giannini, presidente di Federpesca, «può scongiurare un esito pesantissimo e sproporzionato, visto che le reti considerate oggetto di misurazione non erano quelle in uso all'atto del fermo dell'unità».
Sandro De Simone , 55 anni, vive con la sua famiglia a Silvi Paese, in via San Rocco. E’ sposato e padre di due figli. Ed è proprio la figlia più grande a raccontarci di aver sentito il padre che le ha detto quello che è avvenuto. «Sappiamo cosa gli è successo ma abbiamo solo poche notizie», racconta la ragazza, «lo abbiamo sentito brevemente e ci ha detto che sta bene,ma i contatti telefonici sono difficili. Sappiamo che è fermo con la sua barca e che le autorità locali lo hanno bloccato per una difformità delle reti. Siamo in attesa di avere più dettagli e speriamo di poterlo ricontattare entro breve». Cesare, il fratello del capitano, anche lui di Silvi Paese, dice: «Sono in ansia per la situazione . Poco fa sulla vicenda mi ha chiamato l’Ansa e l’unica cosa che so è che mio fratello è stato fermato perché aveva le reti fuori misura. La sua ditta di pesca ha base a Martinsicuro e opera in Senegal. E’ partito un mese fa e l’ultima volta era rimasto a Silvi per sei mesi. Il mare è la sua passione». Una passione ereditata dal padre Giorgio, storico pescatore di Silvi che con la sua imbarcazione da pesca si spingeva nell’oceano Atlantico. «Ci auguriamo che la situazione possa essere risolta nel più breve tempo possibile», continua Cesare, «e che la nave possa lasciare la località in cui è bloccata».
E proprio per seguire da vicino la vicenda che gli armatori della società Italfish di Martinsicuro da qualche giorno, subito dopo aver appreso il fatto, hanno raggiunto il Gambia.
Domenico Forcella
Sandro Di Stanislao
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