Piano urbanistico comunale al via Bisogna adottarlo entro 18 mesi
Prima riunione in commissione, illustrate le linee guida che nascono dagli studi affidati a due atenei Ciapanna: «Stop al consumo di suolo, alla città non serve espandersi ma rigenerare l’esistente»
TERAMO. Teramo verso il Piano urbanistico comunale (Puc). Il nuovo strumento, previsto dalla legge regionale del 2023 in sostituzione del piano regolatore generale, dovrà essere adottato dal consiglio comunale entro un anno e mezzo e i lavori per redigerlo sono partiti. Ieri si è tenuta la prima commissione ad hoc che ha permesso all'assessore Graziano Ciapanna, e al gruppo di esperti che se ne sta occupando, di illustrare le linee guida sulle quali si fonderà il Puc. Linee guida figlie di una fotografia del comune di Teramo già scattata nei mesi scorsi: studi e analisi del territorio hanno fornito agli specialisti una mappa di ciò che oggi è la città sotto l'aspetto geografico, produttivo, urbano, edilizio, sociale. Da questo quadro si è partiti per mettere a punto le strategie da perseguire, tramite strumenti normativi, nei prossimi quindici anni.
TERAMO OGGI
Gli studi propedeutici al Puc, commissionati dal Comune alle università di Camerino e Teramo, hanno descritto una città che sta affrontando una complessa programmazione di interventi pubblici legati soprattutto al Pnrr e al post sisma. C'è anche il fronte privato della ricostruzione con 763 pratiche presentate, delle quali 420 approvate: al 31 maggio erano stati conclusi 242 cantieri. Situazioni con le quali il Puc dovrà fare i conti. Gli studi hanno inoltre rilevato come a fronte di un calo costante della popolazione nel decennio 2013-2023 (meno 5,36%), nello stesso periodo dal punto di vista produttivo il comune di Teramo abbia registrato un incremento significativo degli addetti: 17,77%. Gli ambiti interessati da questa crescita sono soprattutto quelli della ricerca e sviluppo, dei servizi di assistenza sociale residenziale, del settore manifatturiero, della logistica, della fornitura di energia e gas. Un quadro che deve portare ad attuare politiche di sviluppo volte a sostenere la produzione e a rispondere alle esigenze della popolazione. Il Puc, ha chiarito l'assessore Ciapanna, dovrà inoltre necessariamente dialogare con gli altri strumenti a disposizione del Comune. A partire dal Pums (piano urbano di mobilità sostenibile) e dal Piano del verde, entrambi ancora in fase di lavorazione.
LE STRATEGIE DEL PUC
Ad illustrarle è stata l'architetta Silvia Viviani, coordinatrice del gruppo di lavoro. La prima strategia è connessa allo sviluppo di una città più sicura e resiliente, sia in ambito urbano che territoriale, attraverso la riduzione del rischio fisico e sociale. La seconda mira al contrasto al consumo di suolo e al rafforzamento delle infrastrutture verdi e blu (corsi d’acqua e altri corpi d’acqua superficiali). La terza strategia guarda al contrasto dello spopolamento con azioni di rigenerazione urbana, mobilità sostenibile e servizi. A seguire: sostegno agli insediamenti produttivi, anche in termini di infrastrutture e riconversione di siti dismessi; valorizzazione del patrimonio culturale; salvaguardia della biodiversità e sviluppo del territorio rurale. «La priorità è una rigenerazione urbana del costruito: Teramo non ha bisogno di espandersi, ma di rigenerare ciò che esiste. Soprattutto in centro storico», ha detto Ciapanna, «dovrà essere un Puc utile alla rinascita socio-economica post terremoto e post pandemia». L'assessore ha garantito che il Puc sarà condiviso con gli attori del territorio e comunicato. Il Comune nominerà un Garante della comunicazione e della partecipazione per consentire il diritto di accesso alle informazioni attinenti il piano.
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