Ponte Vezzola in ritardo altri due mesi di chiusura

L’ordinanza dell’Anas è in scadenza ma non c’è ancora la gettata del cemento Preoccupati i negozianti, il sindaco Brucchi preferisce non annunciare date

TERAMO. «Il ponte è ancora chiuso, ma se togliessimo queste transenne, la gente passerebbe sui ferri. Magari anche con le macchine». Hanno voglia di scherzare i pochi operai rimasti a lavorare anche nel fine settimana su viale Bovio. Eppure, da ridere ci sarebbe ben poco: siamo a ridosso del periodo comunicato dall’Anas per la riapertura del ponte Vezzola, ma i lavori sono ancora ben lungi dall’essere completati. Le prime tavelle sono state installate tre settimane fa, ma gli operai stanno ancora finendo di sistemare l’impianto in ferro per il cemento armato. Il resto, è uno spazio pieno di ruggine, pozzanghere, fango e fazzoletti lasciati lì dalle coppiette la sera. Quindi, la colata di cemento inizierà solo fra qualche giorno, quando tutte le operazioni di allargamento e rinforzo della struttura saranno completate. Da quando ci sarà la gettata, ci vorranno ancora una ventina di giorni perché il cemento si consolidi. E solo allora si passerà all’asfalto, alle operazioni di collaudo e all’installazione della segnaletica. È forse per questo motivo che nessuno dall’amministrazione, neanche il sindaco Maurizio Brucchi se la sente di dare tempi e scadenze. Certo, se i lavori vanno avanti con regolarità, è facile che entro fine ottobre si riesca a riaprire questa importante infrastruttura che, attraverso viale Bovio, divide Teramo dal resto del mondo. «Il mio auspicio è proprio che ci si riesca», commenta – in verità senza troppa convinzione – la fioraia Mara Palazzese. «L’altro giorno, visto che qui nessuno ci dice nulla, sono andata al cantiere per cercare di capire come stanno le cose. Un operaio all’inizio si è mostrato diffidente nei miei confronti, ma poi mi ha fatto fare mente locale sui tempi di riapertura: avverrà a ridosso della fine di ottobre. Sono molto preoccupata per la mia attività», aggiunge la signora Palazzese. «Io lavoro prevalentemente a ridosso del ponte di Ognissanti, se viale Bovio sarà ancora interrotta per quel periodo, per la mia attività si annuncia un disastro, visto che non avrei materialmente la possibilità di lavorare con le frazioni».

Invano i commercianti hanno chiesto la possibilità di avere agevolazioni nel pagamento delle imposte comunali. «Io devo pagare il mutuo per il locale del mio negozio», continua la fioraia, «oltre a quello di un locale a pochi metri che ho affittato a un bar, costretto a chiudere temporaneamente proprio a causa del ponte».

Tuttavia, a livello amministrativo appare molto difficile far passare la chiusura di una strada come motivo di agevolazioni di natura fiscale o tributaria. «Non so più come andare avanti», sottolinea la giovane donna, «non è facile parlare con l’amministrazione e a questo punto non mi resta che raccomandarmi a qualche santo, tanto per restare in tema».

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