la protesta
Prato di Tivo, impianti di risalita chiusi, sciatori in rivolta
Nella settimana di Pasqua skilift fermi fino a venerdì, dopo le proteste riaprono domani
PIETRACAMELA. Quello che sta accadendo ai Prati di Tivo è il classico esempio del cane che si morde la coda. A segnalare il paradosso sono alcuni sciatori che lunedì hanno scoperto che gli impianti di risalita erano chiusi. E avrebbero riaperto venerdì. La chiusura ha suscitato stupore prima e indignazione subito dopo, soprattutto perchè si tratta della settimana di Pasqua, quella tradizionalmente deputata, se cade bassa, alle settimane bianche. E così è scattata la lettera di protesta alla Gran Sasso teramano, proprietaria degli impianti, alla Prati & co, che li gestisce e al commissario prefettizio del Comune di Pietracamela.
Molti sciatori hanno protestato, tantopiù che la neve ai Prati è abbondante e di ottima qualità. Ma mentre altre stazioni sciistiche ricorrono all’innevamento artificiale pur di restare aperte, ai Prati dove c’è ottima neve “vera”, gli impianti restano chiusi. I gestori spiegano che la scelta è stata dettata da una stagione che non è andata bene per carenza di precipitazioni nevose, per cui gli incassi sono stati nettamente più bassi rispetto alla media. Per questo si è deciso di ridurre i costi del personale.
Comunque, dopo le polemiche, sul sito dei Prati di Tivo è apparsa una comunicazione con cui si anticipa la riapertura degli impianti a domani.
Ma il problema resta. Se dal punto di vista formale l’articolo 4 del capitolato d’appalto impone al gestore di tenere aperti gli impianti d’inverno in presenza di neve naturale o artificiale tranne “cause di forza maggiore”, il problema forse è nella mancanza di strategie per il rilancio e la conduzione della stazione sciistica. Che con gli impianti chiusi – paradossalmente quando c’è neve al termine di una stagione dalle temperature primaverili – diventa sempre meno attrattiva per gli sciatori del Centro Italia.
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