IL CASO
Provincia di Teramo, i soldi bastano fino a giugno
Le casse sono quasi vuote. Di Sabatino dispone 40 prepensionamenti mentre quattro dirigenti sono in trattativa per trasferirsi in Regione
TERAMO. Provincia smembrata, lasciata a terra agonizzante. Nessuno che le assesti il colpo di grazia, nessuno che le pratichi cure pietose. In una situazione di stallo i fondi per il personale, decurtati del 50%, basteranno fino a giugno. Poi la Provincia non sarà più in grado di pagare gli stipendi. A differenza delle altre Province abruzzesi infatti, quella teramana le riserve le ha spese con l’affaire “Teramo lavoro”. Ed è rimasta senza paracadute.
Il presidente Renzo Di Sabatino ha inviato una lettera alla Regione in cui sottolinea la mancata approvazione di una legge di riordino che individui quali funzioni restano in capo all’ente e quali passano alla Regione stessa, quali siano le risorse assegnate e quali i criteri per l’attribuzione del personale. Il 31 marzo è il termine in cui la Provincia avrebbe dovuto decidere la nuova dotazione organica «ma nella lettera ho scritto che non siamo stati messi nelle condizioni di fare delle scelte», precisa Di Sabatino.
Nel frattempo, però, Di Sabatino sta adottando delle misure diversive per arrivare comunque a una diminuzione della spesa per il personale, «il cui costo finale ora deve essere sei milioni e mezzo e non più 13», ricorda.
In quest’ottica rientrano 40 prepensionamenti deliberati qualche giorno fa. Si tratta di personale che sarà collocato forzatamente a riposo, nel corso del 2015 e 2016. Ci sono alcuni pezzi da novanta. In primis il dirigente del settore caccia, pesca e biblioteca Antonio Flamminj che dovrebbe lasciare la Provincia dal 1° giugno e che pare stia già valutando azioni legali. Poi alcuni “funzionari quadro”: nel 2015 Laila Esposito (capo del centro per l’impiego), Antonio D’Anastasio (responsabile delle politiche comunitarie), Luigi Ponziani (responsabile della biblioteca), Rossana Di Felice e Sandro Modesti (responsabile del Genio civile). Nel 2016 sarà la volta di Floriana Marcozzi (edilizia scolastica). Fra il 2015 e il 2016 saranno 40 i dipendenti – dall’esecutore amministrativo al funzionario quadro – che andranno in prepensionamento. Di Sabatino pensa di risparmiare un milione 200mila euro, a cui aggiungere altri 300mila per una nuova ondata di prepensionamenti nel biennio 2017-2018. «Mi dispiace molto, stiamo parlando di grosse professionalità a cui l’ente deve rinunciare ,ma è una scelta obbligata in questa difficile situazione. Io cerco di evitare che il personale esca dal mondo del lavoro», dichiara il presidente. Prepensionamenti di «tutti coloro che erano nelle condizioni», dunque, al posto di licenziamenti.
Facendo dei rapidi calcoli la Provincia ha adesso circa 300 dipendenti. I 20 della polizia provinciale e i 30 dei centri per l’impiego dovrebbero passare a carico del governo. Sottratti anche i prepensionamenti ne restano 210, che dovrebbero diventare più o meno la metà.
Ma non è detto. Pare infatti che sia in atto un forte esodo di dirigenti verso la Regione. E’ tutto ancora in fieri ma Piergiorgio Tittarelli dovrebbe andare al settore attività produttive, Antonio Zecchino all’avvocatura, Renata Durante al lavoro e pare che sia in partenza anche Piero De Camillis. La spesa per il personale della Provincia si alleggerirebbe parecchio, visto che resterebbero solo Leo Di Liberatore e Daniela Cozzi, liberando risorse per il resto del personale.
Quello fra il presidente e i dirigenti attualmente è un rapporto difficile. Tutti hanno contestato a Di Sabatino la delibera in cui rinnova loro l’incarico solo per tre mesi (vista l’incertezza delle funzioni che rimarranno in capo all’ente, anche se per legge l’incarico deve essere minimo triennale) e taglia alcuni benefit. Il presidente venerdì sera ha inviato ai dirigenti una lettera piuttosto dura, in cui chiede loro, entro il 31 marzo, di ripartire la somma a disposizione, decidendo loro a chi fare i tagli. Oppure chiede di impugnare l’atto.
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