Quaranta insiste: «Ora Nugnes e i suoi dicano per quale legge dovrei lasciare, o si scusino»

25 Novembre 2024

ROSETO. «L’amministrazione Nugnes, dall’alto della sua incompetenza, elenchi puntualmente quali sono le norme che impediscono ai dipendenti pubblici italiani di fare politica». È la richiesta di...

ROSETO. «L’amministrazione Nugnes, dall’alto della sua incompetenza, elenchi puntualmente quali sono le norme che impediscono ai dipendenti pubblici italiani di fare politica». È la richiesta di Vanessa Quaranta, presidente dell’associazione "Siamo Roseto" e capo di gabinetto del presidente della provincia di Teramo Camillo D'Angelo, dopo che l'amministrazione comunale ha mandato una nota a D’Angelo a firma di tutta la giunta e di parte dei consiglieri di maggioranza, sollevando dubbi sulla compatibilità dell'impiego in Provincia di Quaranta con la sua attività politica a Roseto. Quaranta in conferenza stampa aveva sostenuto l’infondatezza della pretesa avanzata dall’amministrazione cittadina, Nugnes e i suoi avevano risposto parlando di «richiesta di far rispettare le regole e la deontologia della pubblica amministrazione».
Quaranta controreplica: «Se davvero Nugnes avesse ragione questo significherebbe che nel nostro Paese medici, infermieri, insegnanti e impiegati di enti e amministrazioni pubbliche non possono fare politica, militare in partiti politici e rappresentare disappunto verso il fare di un’amministrazione comunale, provinciale o regionale che sia. In questo attacco del branco a una donna il sindaco avrebbe dovuto fare da scudo al suo gruppo e caricare su di sé la responsabilità di certe dichiarazioni e invece Nugnes ha trascinato la sua maggioranza in questo baratro istituzionale per sentirsi schermato. Non capisco perché non sia stato impugnato il mio atto di nomina sin dall’origine, visto quanto afferma l’amministrazione Nugnes. Ora mi aspetto le affermazioni rese pubblicamente siano suffragate da precisi e inconfutabili riferimenti normativi. Ed esigo che il sindaco Nugnes, la presidente del consiglio Recchiuti, il vice sindaco Marcone, tutti gli assessori e i consiglieri firmatari della nota contro di me agiscano formalmente per chiedere la rimozione dal mio incarico, altrimenti dovranno chiedere pubblicamente scusa per avermi offeso come donna, come lavoratrice e come cittadina».(e.c.)