«Referendum per il Delfico all’ex stadio»
Lanciata una raccolta di firme a favore della scuola jolly nell’area del vecchio Comunale, no alla soluzione D’Alessandro
TERAMO. Il Consorzio commercianti Shopping in Teramo centro e la comunità scolastica del convitto nazionale Delfico tornano all’attacco di Comune e Provincia, scrivendo in una nota congiunta: «Il clima di disapprovazione per l’incapacità delle amministrazioni locali di fare una sintesi credibile per risolvere i problemi generati dal sequestro del Delfico scaturirà presto in una pubblica manifestazione. Gli studenti del Delfico hanno deciso di rinviare il corteo di protesta fissato per lunedì (domani, ndr), per problemi tecnici, burocratici e organizzativi, ma ritengono di organizzarsi per una manifestazione pubblica autogestita, a cui parteciperanno anche i commercianti, i residenti, la comunità del Delfico e le forze attive e libere di Teramo».
Gli scriventi tornano a sottolineare gli obiettivi delle loro proteste: presentazione immediata da parte della Provincia dell’istanza di dissequestro del Delfico e, in caso di dissequestro dell’immobile, rientro immediato delle scuole nell’istituto fino all’inizio dei lavori di adeguamento sismico; definizione e realizzazione di una scuola jolly in centro, disponibile dal 1° settembre 2025, che accolga l’intera comunità scolastica del Delfico. Per questi obiettivi, annunciano «una raccolta di firme per chiedere un referendum cittadino, come da regolamento e statuto del Comune di Teramo, per costruire la scuola jolly nell’ex stadio, in circonvallazione Spalato, con l’obiettivo di far capire agli amministratori locali quale sia per Teramo l’unica scelta utile che loro sono incapaci di compiere. Sono passati quasi due mesi dal sequestro giudiziario e ancora non si ha una scelta univoca e credibile da proporre in fase di orientamento dei possibili iscritti, per salvare le importanti istituzioni scolastiche che sono il cuore della città. L’area proposta della D’Alessandro è l’ennesima non adatta, perché alluvionabile. Inoltre, la scelta urbanistica è sbagliata perché la nuova scuola risulterebbe decentrata, in contrasto con il nuovo Puc, che prevede di azzerare il consumo di nuovi suoli, e non attrattiva per famiglie e allievi e, quindi, inutile per il convitto».(d.v.)