Rompe le dita alla fidanzata, condannato

21 Novembre 2024

Tre anni e quattro mesi con il rito abbreviato a un quarantenne accusato di maltrattamenti e lesioni alla donna

TERAMO. È un’altra dolente cronaca giudiziaria a raccontare l’ennesimo caso di donne picchiate e maltrattate, di quelli che ormai scivolano nelle aule di giustizia come nella matrice di un ciclostile: a volte con particolari sempre più violenti a fare la differenza. Come in questo caso che, alla vigilia di un’altra giornata internazionale contro la violenza di genere, racconta come i numeri siano sempre in aumento.
Un quarantenne teramano è stato condannato a 3 anni e 4 mesi per maltrattamenti e lesioni alla fidanzata: secondo l’accusa più volte l’avrebbe maltrattata fisicamente e psicologicamente fino all’episodio più violento della frattura di alcune dita di una mano con la donna finita in ospedale dopo aver cercato di difendersi dalle botte. La sentenza è stata emessa al termine di un rito abbreviato dal giudice Roberto Veneziano. Le indagini sono scattate dopo la denuncia dei fatti da parte della parte offesa: secondo quest’ultima l’uomo, in più occasioni nel tempo, l’avrebbe maltrattata con violenze di vario genere e ripetute facendola vivere in un clima di paura. Violenze non solo fisiche ma anche psicologiche con la ragazza che in un caso si è rivolta a suo padre per chiedere aiuto. E negli atti c’è anche una denuncia fatta dal genitore nei confronti dell’uomo.
E, proprio a dimostrazione di come i procedimenti per maltrattamenti riempiano i ruoli delle udienze, nella stessa giornata un altro caso è stato definito con un rinvio a giudizio. Si tratta di un uomo di 50 anni accusato di aver picchiato la compagna davanti ai due figli piccoli. «Maltrattava quotidianamente la moglie con violenze psicologiche e fisiche anche davanti ai figli minori», si legge nel capo d'imputazione, «minacciandola, offendendola, percuotendola in più occasioni». Una vertigine indicibile di dolore e rabbia. Perché raccontare non è mai facile e trovare il coraggio di denunciare lo è ancora meno in quest’Italia di maltrattamenti senza fine nonostante nuove leggi, norme giuridiche di più immediata e veloce applicazione come il Codice Rosso. La legge approvata nel 2019 e rafforzata nel 2023 tutela le vittime di violenza, maltrattamenti e atti persecutori imponendo soprattutto tempi veloci di intervento per garantire il più possibile condizioni di sicurezza alle parti offese.
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