lutto in paese
Roseto, il presidente del Cologna D’Emilio muore di infarto davanti all’edicola
Nonostante i soccorsi non c’è stato nulla da fare per il 69enne imprenditore Era appena stato premiato dalla Federazione per aver fatto giocare la squadra più giovane. Stamattina i funerali nel campo sportivo
ROSETO. Un grande uomo di sport. Sono tutti concordi nell’ambiente calcistico rosetano nel descrivere Silvino D’Emilio, 69 anni, morto ieri mattina dopo essere stato colto da malore, probabilmente di origine cardiaca. Unanime il cordoglio della comunità di Cologna Spiaggia, dove D’Emilio viveva con la famiglia e dove c’è anche la sede dell’azienda ortofrutticola che portava avanti con successo.
Ma la sua vera, grande passione era il calcio, attività che lo vedeva impegnato da anni in prima linea come presidente del settore giovanile colognese, tra i più importanti a livello regionale. Non a caso appena due giorni fa aveva ricevuto un premio dalla Federazione calcistica proprio per aver proposto nello scorso campionato la squadra più giovane in assoluto tra le categorie Eccellenza e Promozione abruzzesi.
[[(Video) Roseto, lettera del calciatore ai funerali del presidente]]
Come al solito, anche ieri mattina D’Emilio era uscito di casa molto presto e aveva fatto la sua prima tappa al bar Nazionale per fare colazione e scambiare quattro chiacchiere con gli amici di sempre. «Abbiamo parlato di calcio», racconta il titolare del bar, «qualche battuta sull’andamento del mercato (lui era juventino), poi ha pagato ed è uscito tranquillamente». Nessun segnale, quindi, di quanto sarebbe accaduto dopo pochi secondi. «È salito in macchina ma tardava a ripartire», continua il barista «quindi ci siamo avvicinati e ci siamo accorti che era appoggiato al volante, così gli abbiamo chiesto se aveva bisogno di aiuto». «No, no, va tutto bene. Mi fa spesso così. Tra un po’ passa», questa la risposta di D’Emilio agli amici del bar prima di ripartire per fermarsi poco dopo alla vicina edicola. Qualche passo barcollando, poi è caduto pesantemente a terra sotto lo sguardo attonito degli amici del bar rimasti ancora a guardarlo andar via. «Se ci avesse fatto capire che stava davvero male non lo avremmo lasciato ripartire», continuano gli amici, «ma in questi casi non si sa quale sia la scelta giusta».
Immediati sono giunti sul posto i soccorsi del personale medico e paramedico, ma la corsa fino al vicino ospedale si è rivelata inutile: D’Emilio è morto poco dopo. La notizia ha fatto immediatamente il giro della piccola comunità colognese, rimbalzando in breve anche nell’ambiente calcistico. «Lo avevo sentito per telefono ieri sera (giovedì sera per chi legge, ndr)» racconta Camillo Cerasi, copresidente insieme a D’Emilio della neonata società calcistica ‘Cologna città di Roseto’, voluta e fondata dai due dirigenti per rilanciare il calcio rosetano ripartendo dalla Promozione. «Mi ha detto: “vai pure qualche giorno in vacanza: martedì ci rivediamo per fare il punto della situazione”. Poi questa mattina la notizia della sua morte e sono subito ripartito senza nemmeno disfare le valigie per rientrare a Roseto. Avevamo grandi progetti per il futuro e io non avevo dubbi sull’esito del nostro progetto perché conoscevo bene le sue grandi capacità e la sua competenza nel settore calcistico. È una perdita immensa per lo sport e un grande dolore per la scomparsa di un amico leale». I funerali si sono svolti questa mattina alle 11 nel campo sportivo di Cologna, dove nonostante il maltempo sono accorsi tanti giovani giocatori, dirigenti, amici e compaesani.
Federico Centola
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