Roseto, scoppia il caso Quaranta: «Il doppio ruolo è incompatibile»
Sindaco, giunta e maggioranza accusano: «Fa politica in città, ma è capo di gabinetto della Provincia» Lei contrattacca: pressioni e intimidazioni per colpire il mio lavoro, l’amministrazione ignora le norme
ROSETO. «Incarico incompatibile con l’attività politica». Contesta questo l’amministrazione comunale a Vanessa Quaranta, presidente dell’associazione “Siamo Roseto” e capo di gabinetto del presidente della Provincia Camillo D’Angelo, il quale ha ricevuto una nota in merito a firma della giunta e di parte della maggioranza.
Per Quaranta ci sono «forme di pressione esercitate a vario titolo, tutte orientate all’ottenimento della revoca del mio incarico». La capo di gabinetto parla anche di «intimidazioni» rivolte agli avversari politici «colpiti nella sfera lavorativa finanche con tentativi di sabotaggio del posto di lavoro». Secondo lei «questa amministrazione ignora le principali norme amministrative, visto che con una nota protocollata nelle scorse settimane in Provincia, il sindaco Nugnes congiuntamente alla presidente Recchiuti e alla maggioranza, ha posto dubbi al presidente D’Angelo e al segretario generale della Provincia Maria Grazia Scarpone sulla liceità dell’incarico che ricopro per il semplice fatto che svolgo attività politica a Roseto». È stato, insomma, «un atto intimidatorio nei confronti di una persona che svolge attività politica che, oltre a dare il senso della violenza con cui questa amministrazione si scaglia contro un oppositore politico, per di più donna, restituisce anche in maniera plastica l’ignoranza delle norme che regolano la vita amministrativa o l’attribuzione di ruoli pubblici». Quaranta rivendica la compatibilità del proprio incarico con la sua attività politica, secondo quanto stabilito dalla normativa, e sottolinea come da parte sua non ci sarà alcun «passo indietro». Parla anche di un «enorme supporto» ricevuto da parte di D’Angelo. A sostenere la rivendicazione di Quaranta ci sono i membri dell’associazione, i consiglieri di opposizione Nicola Petrini, Teresa Ginoble, Rosaria Ciancaione e Francesco Di Giuseppe.
Immediata la replica della maggioranza, che afferma: «Nessuna volontà di imbavagliare qualcuno, tanto meno le voci di opposizione, ma solo la richiesta di far rispettare le regole e la deontologia della pubblica amministrazione. Nella sua vita politica Quaranta può dire e fare ciò che vuole ma fino a quando ricopre un ruolo da dipendente pubblico è tenuta a rispettare il codice deontologico e le normative di riferimento. Codici e norme che non sono stati di certo scritti da noi e che, per quanto a nostra conoscenza, non permettono ai dipendenti pubblici di esprimersi in modo negativo nei confronti di altre istituzioni e di altre amministrazioni». La maggioranza fa riferimento anche a una norma in base alla quale «persiste comunque l’obbligo di rispettare il divieto di conflitto di interesse che si applica anche ai capi di gabinetto e che va vagliato caso per caso».
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