Roseto, sono 500 le multe annullate dal tribunale

Verso la conclusione la battaglia legale sul caso dell’ex comandante Cava Il Comune rinuncia a fare appello, la prefettura invece respinge alcuni ricorsi

ROSETO. Si sta per concludere la battaglia legale per la multopoli di Roseto. A oggi, infatti, sono circa 500 i ricorsi al giudice di pace, curati dall’avvocato Daniele Di Furia, che si sono conclusi con l’annullamento dei verbali e ai quali il Comune di Roseto a rinunciato ad appellarsi, pertanto ora dovrà provvedere al pagamento delle spese. Diverso, al contrario, l’esito di una parte dei ricorsi presentati alla prefettura di Teramo, alcuni dei quali sono stati respinti, quindi i multati invitati a pagare, anche se il legale è intenzionato a fare appello e ricorrere in tribunale.

Le sentenze hanno fatto tirare un sospiro di sollievo alle centinaia di multati che hanno deciso di non pagare le sanzioni inflitte loro dalla polizia municipale di Roseto, anzi, per la precisione dall’allora comandante del corpo, maggiore Tarcisio Cava, subito dopo retrocesso a capitano e rimosso dall’incarico dopo che lui stesso aveva deciso di dimettersi per il gran polverone che aveva sollevato l’operazione innescata un anno e mezzo fa. Dal 10 ottobre al 12 dicembre 2013, Cava ha inflitto da solo ben 1.262 multe ad altrettanti automobilisti, appostandosi in due punti ben precisi: il semaforo di piazza Ungheria e quello lungo la Statale 150 all’altezza di Campo a Mare. Tre le tipologie delle infrazioni al codice della strada riscontrate, che si ripetono anche nella dicitura relativa all’impossibilità di fermare l’automobilista colto in fallo: attraversamento dell’incrocio con il semaforo rosso (137); uso del telefonino al volante (132); guida senza cinture (989). Dopo la notifica della raffica di verbali, alcuni degli automobilisti multati hanno preferito pagare subito, beneficiando in questo modo dello sconto previsto dalla legge. Molti altri hanno invece dato vita a un comitato presieduto da Michele Petrosino, già referente dei cittadini per la questione delle multe di Canzano, in quel caso finita con l’annullamento globale da parte del prefetto di Teramo.

Ad ogni modo la “class action” impostata dai multati, soprattutto la parte gestita dalla prefettura, potrebbe subire un’accelerata qualora il processo penale, con l’accusa di abuso e falso a carico dell’ex comandante del corpo, si concludesse in maniera sfavorevole a carico di quest’ultimo. La vicenda racchiude in sé anche una sorta di mistero, cioè se dietro l’azione di Cava ci sia stato un mandante o se invece l’ex maggiore abbia agito in maniera autonoma. Su questo aspetto c’è una coincidenza che non convince i multati: poco prima che prendesse il via la multopoli rosetana, nelle casse del Comune mancavano circa 200mila euro rispetto ai 450mila iscritti nel bilancio preventivo nella parte delle entrate alla voce multe.

Federico Centola

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